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lunedì 14 dicembre 2015

POTERI, MAGIE E CHIACCHIERE










  Al mondo esistono due forze praticamente indistruttibili: la paura e la suggestione, ed in alcuni casi queste due forze si incontrano e si fondono generando fenomeni inimmaginabili che paiono paranormali ma, come amava recitare il simpatico Ezio Greggio nel corso di una trasmissione televisiva memorabile come Drive in: bada ben, bada ben, bada ben, sono normalissimi.

   Procediamo per ordine.

  Se torniamo indietro nel tempo e andiamo a sfogliare il Grande Libro della Storia scopriamo che queste due forze sono state usate molto più spesso di quanto pensiamo e purtroppo, sovente, da persone che le hanno adoperate per assoggettare del tutto intere popolazioni, se non addirittura interi popoli, proponendo a questi ricchi premi e cotillons oppure la discesa agli Inferi, fra atroci tormenti, nel caso questi non avessero ubbidito alle discutibili, talvolta folli, leggi emanate da chi aveva deciso che da quel momento in poi si sarebbe fatta la loro volontà.

  Pensiamo innanzi tutto a chi aveva in mano il potere divino, La Chiesa, che ha terrorizzato intere generazioni per secoli, con la Spada di Damocle dell'Inquisizione che imponeva l'adorazione e la fede cieca in Dio e soci, dunque l'abiura a qualsiasi altra forma di idolatria, tacciandola per stregoneria (beh .... diciamo la verità: qualche volta si è trattato proprio di stregoneria!). La paura di finire davanti al Tribunale del Santo Uffizio e poi nelle camere di tortura era così tanta da indurre qualcuno, debole, al tradimento ed alla delazione a danni del suo prossimo anche vicino moralmente ed affettivamente parlando. Ergo, la paura condiziona la mente umana al punto da portarla a credere a cose invisibili pur di sottrarsi a qualunque minaccia di sofferenza fisica o morale.

   Per contro, la stessa Chiesa, imponendo la stessa fede, ha soggiogato abilmente e pacificamente i credenti operando in giro per il pianeta i miracoli delle visioni divine, specie quelle della Santa Vergine apparsa a moltitudini di fedeli, convinti che Maria fosse veramente scesa in terra, anche sotto  forma di spirito per parlare a loro, non sapendo - ovvio - neppure il clero stesso che quelle apparizioni possono effettivamente manifestarsi ma non in conseguenza di una sortita dell'anima in questione fuori dai regni ultraterreni. Vedere alla voce "Madonna di Merdjugorje" per assistere all'apparizione della quale centinaia di migliaia di persone si radunano quasi ogni giorno in un grande spiazzo davanti ad una grotta nella ormai nota località della ex Iugoslavia, certe della sua comparsa, senza avere il minimo sospetto che sì, la Madonna compare ma non proveniente dall'oltretomba bensì dalla materializzazione di una fortissima energia sprigionantesi dalla concentrazione di centinaia di migliaia di menti tutte focalizzate sullo stesso pensiero: vogliamo vedere la Madonna!, probabilmente guidate da una sorta di "master" che ha avuto, e che ha abbastanza tempo per allenare il potere fino a raggiungere il famoso 50% del suo utilizzo, unito ad una notevole faccia tosta e da un buon carisma tale da ricoprire con diritto il ruolo di trascina-popoli.

   Tuttavia, senza bisogno di tuffarsi in esempi violenti e sanguinari, o illusori e prodigiosi, ci si può benissimo spostare nel morbido e senza dubbio più invitante messaggio luminoso e positivo - così viene presentato -,  molto in voga in questi ultimi anni, della New Age, fondato sull'affascinante principio di una "luce" interiore, che esce da ciascuno di noi - o da chi si pensa ne sia fornito naturalmente più di altri - e che, espandendosi, estende i suoi benefici raggi anche ai vicini.

   Le discipline orientali sono basate molto sulla meditazione, sulla presa di coscienza di se stessi e, di conseguenza, - cosa importante - sul "lavoro" che si compie sulla nostra mente per stimolare ed aumentare l'autostima. La loro filosofia e la conseguente pratica di essa ha cinquemila ed oltre anni di vita e da diverso tempo (anni'70) è trionfalmente approdata anche nel mondo occidentale che ora, stretto nella morsa della crisi economica, spera in esse, se non come soluzione alla crisi, almeno come palliativo, panacea, velo di Maya per evadere, illudersi e star meglio per qualche ora.

   Ma il tutto converge in una verità scientifica e cioè quella dell'esistenza dimostrata di un potere, di una facoltà mentale, psichica insita in tutti noi comuni mortali niente affatto paranormale che, se opportunamente allenata ed esercitata, ci permetterebbe davvero di compiere miracoli. Basterebbe solo, soprattutto a noi occidentali, sempre in movimento, sempre in corsa verso qualcosa di spesso irraggiungibile, riuscire a trovare il tempo di dedicarsi a essa, a concentrarsi su di essa come invece sono capaci di fare gli orientali, di potenziarla et voilà! I miracoli sono possibili senza andare a cercare chissà quale stregoneria - che talvolta è reperibile anche nell'uso di sostanze non molto legali - o strane e complicate pratiche, sovente insegnate da "maestri" che per trasmetterle a noi chiedono cifre non indifferenti, alla faccia dello spirito missionario.

   In questi ultimi giorni io ho avuto la prova concreta che questo potere esiste sul serio.

Ed io credo solo a questo.

venerdì 3 aprile 2015

E' PASQUA !!



Pasqua, per i Cristiani festa della Resurrezione di Cristo.
Per i "fratelli maggiori ebrei" , festa di passaggio, della liberazione dalla schiavitù e, sul calendario, spesso non coincide con la nostra. A volte non cade neppure di domenica.
Torniamo a noi Cristiani.
Quando la Bibbia è stata redatta, scienza e tecnologia non erano neppure ai loro albori e le popolazioni di quell'epoca, sia quella ebraica, sia la nostra, erano sovente perfino analfabete, quanto meno, l'ignoranza in cui vivevano era abissale e ciò che è descritto e riportato nelle Sacre Scritture era veramente....vangelo, quindi, largo alla fede cieca in esse e all'immaginazione. In ogni caso, l'evento in sé è suggestivo.
Dopo essere stato straziato nel corpo da flagello e croce, un uomo muore e risorge, si dice, per salvare l'umanità intera. Non vi è dubbio: c'è di che festeggiare.
Ora invece, non solo la scienza e la tecnologia sono una realtà concreta ed oggettiva ma, negli ultimi tempi, entrambe hanno compiuto passi da gigante, per di più in un tempo relativamente breve, specie negli ultimi dieci, vent'anni, e i loro esponenti stanno divertendosi a smontare tutti i miti ed i prodigi del Libro dei Libri. In altre poche, povere e semplici parole, gli studiosi di fenomeni, fino a poco tempo fa ritenuti sovrannaturali ed inspiegabili, cominciano a trovare spiegazioni neppure tanto difficili da comprendere anche ai "non addetti ai lavori". In breve, anche la resurrezione di Cristo non sarebbe né tanto sovrannaturale, né ancor meno inspiegabile, tuttavia, se anche si trovasse la spiegazione scientifica, - e lo assicuro, c'è - il fatto in se stesso è ugualmente interessante.
Il punto però, è un altro.
"Siate umili" predicava chi si proclamava il Figlio di Dio.
Viene da dire: senti da che pulpito parte la predica!
Fra l'altro, se veramente l' ha dichiarata (la paternità) sarebbe contravvenuto ad una delle regole della sua fede originaria che vietava il vanto dei propri meriti, attirandosi in questo modo, come infatti è accaduto, le antipatie del proprio popolo e dei sapienti che lo hanno accusato di empietà e di superbia, uno dei 7 vizi capitali. Ma Cristo non è stato condannato a morte per questo motivo, o almeno non solo per questo.
Il nostro aveva cominciato a diffondere un nuovo modo di pensare che si basava su principi rivoluzionari come il perdono e la tolleranza (appresi, forse, in India o in zona induista e Buddhista durante i famosi 18 anni di "buco" della sua vita? Chi lo sa!) in un'epoca e in una società - quella ebraica - come quelle in cui viveva, nelle quali dominava il concetto della vendetta perfino divina. Il dio ebraico non perdonava e si vendicava sull'empio, su colui che faceva del male a se stesso e, soprattutto, al suo prossimo. Per lui le cose non stavano in quel modo e la faccenda dava fastidio ai capi del credo di Javeh.
O forse la ragione non era nemmeno questa ma tutto un insieme di fattori che urtavano la suscettibilità di quei personaggi, e che lo hanno reso comunque un individuo "scomodo", da eliminare. Cosa dire, per esempio, dei famosi miracoli che già operava da bambino, ma in cui, ritornato nelle terre natie, giovane adulto, sembrava essersi ulteriormente specializzato, addestrandosi probabilmente, sempre durante i suoi spostamenti nell'area magica ai piedi del Tibet o nei suoi altipiani, negli anni del "buco" temporale nella sua biografia, apprendendo e perfezionando le tecniche dai guru di quei luoghi tranquilli e sereni, pregni di vera spiritualità, il tutto unito da un'autostima da vendere di cui era naturalmente dotato, e che forse aveva rinforzato con particolare relativo allenamento?
Roba da far scoppiare le vene per l'invidia (sempre a proposito di vizi capitali)!
Solo che per levarselo dai piedi, i suoi poveri, ignoranti ex correligionari hanno scelto una modalità completamente sbagliata, regalandolo alla Storia in veste di martire, facendo si che fosse ricordato nei secoli dei secoli fino ad oggi e, probabilmente ancora nel futuro fino alla fine del nostro pianeta e del Sole attorno al quale gira, adorato e glorificato, attirando odio sugli artefici di tale misfatto, anche questo perdurante nel tempo a dispetto del gesto vanamente risolutivo di un pontefice - Giovanni Paolo IIo - che qualche anno fa si è recato al tempio del culto ebraico per cercare di porre termine alla diatriba millenaria del "sono stati gli Ebrei ad uccidere Nostro Signore". Se per toglierlo di mezzo, i seguaci di Javeh avessero scelto una via più semplice e meno spettacolare come una solenne semplice lapidazione o una ripassata di botte (non è escluso che anche Pilato l'avesse capito; infatti, al momento di comminargli la pena della flagellazione, tiene a raccomandare che non sia ucciso), forse non dico che sarebbe stato dimenticato ma non avrebbe avuto tale e tanto clamore come invece ha avuto, specie fra chi lo aveva seguito e lo segue tuttora con mai vacillante fede. Il film "La Passione", di Mel Gibson, si conclude con un Haifa costernato e sgomento che, di fronte alla croce sulla quale Cristo ha appena esalato l' ultimo respiro (lo ha veramente esalato?) in aramaico, esclama: "Cosa abbiamo fatto !"
Appunto: cosa avete fatto?
Oltre ad aver condannato un uomo a morte, a quella morte, vi siete dati la più memorabile zappata nei piedi che essere umano abbia potuto darsi nel corso della Storia dell'umanità.
E noi Cristiani, invece di odiarvi, potremmo dirvi "grazie!".

sabato 7 marzo 2015

NOI, FANCIULLE





Da qualche parte, una scintilla scoccò e un gruppo di operaie morirono in un tragico incendio scoppiato in una fabbrica americana di camicie, l'8 marzo del 1908. Ma sembra che non sia andata veramente così. La fabbrica Cotton, a New York, dove dovrebbe essersi consumato l'incendio, in realtà, non è mai esistita mentre invece il grave incidente sarebbe avvenuto all'interno della fabbrica Triangle, sempre a New York, il 25 marzo del 1911, in cui morirono 146 persone: 123 donne, in prevalenza italiane ed ebree,  e 23 uomini. L'incidente, comunque, è divenuto il simbolo della lotta femminile contro la bassa considerazione che la donna ha dovuto sempre subire nei secoli addietro per colpa di una mentalità retrograda che voleva ed ha sempre messo le donne in secondo piano in nome del predominio maschile, retaggio di una cultura distorta radicata nei secoli. Questa spiacevole situazione ha però avuto l'effetto del boomerang, contro l'uomo, provocando la reazione del "sesso debole" che si è tirato su le maniche ed ha iniziato una lotta più che legittima per ottenere i diritti fondamentali spettanti ad ogni individuo di natura umana: il diritto al voto, il diritto alla dignità, il diritto alla parità. Il primo è stato ottenuto, il secondo non ovunque, il terzo, anche questo, non ovunque. Eppure, se si torna indietro nella storia, si scopre che presso alcuni popoli antichi, come per esempio gli Etruschi, le donne non erano affatto escluse dalla vita pubblica e, talvolta, ricoprivano anche incarichi importanti e impegnativi. Tuttora, presso alcuni popoli della Terra, la donna è una figura accentratrice della società di quella popolazione. Il Rinascimento Europeo è stato dominato dalla mai tramontata grandiosa figura di Elisabetta Ia d'Inghilterra, sovrana di uno stato da lei trasformato in pochi anni in un impero sul quale il Sole non scendeva mai sotto la linea dell'orizzonte. Dunque, non potremmo certo dire che le lotte femminili, con i loro esiti più o meno positivi, siano caratteristica dell'ultimo secolo del 2o Millennio, ma si scopre che, approdati felicemente nel 3o millennio - e questa è una scoperta amara - , in molti casi, la strada da percorrere per conferire alle donne anche quel minimo di dignità che si meriterebbero è ancora lunga, senza nemmeno pretendere troppo.  
Perché, nel 2015 questa situazione permane ancora?
Cosa è successo?
Cosa succede?
Il mondo occidentale industrializzato ha, più o meno, accettato e metabolizzato questa realtà ma la percentuale mediorientale no, o almeno non tutta. In Paesi come l'Afghanistan, la donna non ha neppure diritto allo studio; in altri Stati della fascia islamica, più evoluti, si viaggia su un'accoglienza del gentil sesso, talvolta effettivamente praticata ed una solo apparente, tuttavia, non ostacolata con aggressività.
In Italia?
In Italia le donne sono entrate in più casi a Montecitorio ma non sempre hanno reso onore al loro ingresso, alla loro elezione e al loro impegno nell'incarico in cui sono state coinvolte. E' inutile istituire l'odiosa ed ipocrita percentuale delle "quote rosa" se poi le interessate non si dimostrano all'altezza dei compiti assegnati. Emma Bonino, eletta Ministro degli Esteri, non ha saputo affrontare ed amministrare il caso dei nostri due marò prigionieri in India e non parliamo poi di Elsa Fornero, responsabile della peggior riforma di lavoro e pensioni mai concepita da mente umana presumibilmente raziocinante, da cui è uscita la sfortunatissima categoria degli "esodati",  formata da poveretti rimasti per colpa sua mesi senza stipendi e senza pensioni (e alcuni ancora in tale condizione), conseguenza di una gran confusione - e grossi imbrogli voluti -  nei calcoli di questi ultimi, letteralmente in stato di "animazione sospesa" a causa di progressivo mancato introito economico necessario alla pura sopravvivenza.
Nel settore della pubblica istruzione, poi, non ne parliamo neanche. Le donne che hanno presieduto questo delicatissimo ministero ne hanno combinate una peggio dell'altra. Dunque, perché eleggere donne incapaci a svolgere il proprio lavoro solo per vederci rappresentate sugli scranni, spesso vuoti, della Camera dei Deputati?
Meglio lasciar perdere.
Ma veniamo a noi, abbiamo il coraggio di guardarci allo specchio e negli occhi e domandiamoci se e quanto, la lotta alla parità dei sessi ci è convenuta.
Indubbiamente non avremmo potuto sostenere a lungo lo stato di essere inferiore all'uomo, all'essere maltrattate o, quanto meno, all'essere trattate da serve o, peggio, solo come oggetti eroganti puro piacere fisico per la soddisfazione degli istinti animaleschi maschili, ma l'aver combattuto per ottenere anche noi il nostro posto al sole ci è costato qualcosa e, se non ci soffermiamo in superficie, questo qualcosa, in certi casi, è pesante.
Il nostro voler metterci e mantenerci sempre in prima linea, allo stesso livello dei nostri simili uomini, ha prodotto un clima di continua competizione che, se da un lato può essere visto anche in modo positivo, animando altresì una situazione che altrimenti rimarrebbe statica e soporifera (sempre le stesse "facce" maschili), dall'altro ci ha costretto e ci costringe ad un superlavoro che, immancabilmente provoca stress e lo aumenta ma mano che conquistiamo il nostro spazio.
Risultati? Siamo nevrasteniche poiché, oltre al lavoro esterno, abbiamo mantenuto anche quello interno alle quattro mura domestiche che comprende la cura della famiglia, per chi la ha, ergo, invece di un solo lavoro, alcune di noi, ora, ne ha almeno altri due e spesso, purtroppo, in uno di questi, càpita di perdere colpi che sortiscono gravi ripercussioni sul target, ovvero: la famiglia, spugna e vera e propria carta assorbente degli stati d'animo di chi lotta per continuare a garantire i diritti fondamentali femminili alle esponenti delle generazioni future.

Socialmente, le aggressioni selvagge di gruppo ed i femminicidi sono i segnali di profondo fastidio che le battaglie per questi diritti producono negli animi dei nostri uomini. Qualcuno si è mai soffermato, anche solo per pochi istanti, a riflettere sulla tolleranza dimostrata sempre in Italia, dai nostri compagni, verso i"fratelli musulmani"? Come mai questa tolleranza? Perché, in realtà, sotto, sotto, i maschietti italiani medi invidiano i loro simili islamici per la possibilità concessa niente meno che dal testo sacro del Corano di sposare quattro donne - attenzione però!! I nostri uomini leggano bene le istruzioni d'uso su questo vantaggio  - , di essere circondati da concubine, di poter picchiare e ripudiare le medesime se non soddisfatti nelle prestazioni richieste, una mentalità levantina che non è presente solo nel Meridione Italiano, segnale inequivocabile, appunto, della lunga strada ancora da percorrere nonostante tutto. 

mercoledì 4 febbraio 2015

CATTIVI SI NASCE?






Il celebre filosofo francese illuminista Rousseau sosteneva che l'Uomo nasce buono poi col crescere si incattivisce.
A chi attribuire la colpa di tale inasprimento di carattere? Alla società? In effetti, in molti casi la società diventa una specie di parafulmine che raccoglie tutta la scontentezza degli esseri umani i quali non sempre possono prendersela con i governi dei Paesi in cui vivono (l'Italia è uno di quei Paesi che può permetterselo) e devono trovare un altro capro espiatorio che si prenda la responsabilità di tutte le cose che non vanno.
Indubbiamente la società gioca il suo ruolo pretendendo da chi la frequenta - cioè tutti noi - atteggiamenti e comportamenti che spesso violentano la vera natura dell'Uomo costringendolo a vivere situazioni che non piacciono ma che deve affrontare e sostenere in nome della convivenza pacifica e civile, la quale, sovente, sfiora l'ipocrisia se non addirittura ci (si) immerge dentro fino al collo.
L'inacidimento dell'animo umano poi, si aggrava in certi individui, forse particolarmente sensibili e/o vulnerabili e/o fragili, a causa della mancata accettazione, del mancato adattamento e/o dell'impossibilita, o incapacità di cambiare tali situazioni.
In sintesi: chi si alza la mattina, imbraccia un'arma, stermina la famiglia, o una famiglia, oppure compie genericamente una strage, e lo fa perché non gli piace il mondo, lo vorrebbe diverso ma vede che non è in grado di cambiarlo, o non gli è obiettivamente possibile farlo, dà i numeri, è matto di suo o ha sbroccato? Alcuni fatti che accadono lo lasciano istintivamente pensare. Certi crimini efferati portano noi, cosiddetti "normali", a commentare fino a quali livelli la crudeltà umana può spingersi sia nelle modalità in cui essa si manifesta, sia negli scopi che vuole raggiungere, sia nella tipologia dei suoi obiettivi - nei casi in cui questi vedano coinvolti i bambini o gli animali - senza tuttavia chiederci il perché questi crimini siano effettivamente stati compiuti. Oppure ce lo chiediamo ma non diamo il giusto tempo alle risposte di arrivare a noi chiare ed esaurienti. Si, perché se dessimo questo tempo, le risposte giungerebbero, appunto, chiare ed esaurienti in quanto tutto, anche le cose più strane ed assurde, ha una spiegazione.

Alcuni esempi pratici:
handycap e aspetto fisico:
E' veramente facile accettare un handycap fisico leggero o grave che sia? Mi è giunto alle orecchie di no. Mi è giunto alle orecchie che, in realtà, nonostante le apparenze - i sorrisi e gli atteggiamenti rassegnati in pubblico (molti dicono: avrebbe potuto andare peggio!), -  in privato, gli interessati bestemmiano come scaricatori di porto maledicendo il Pantheon, la famiglia o il DNA per non aver fatto un buon lavoro e alcuni crimini, commessi anche in passato, hanno avuto come autori persone colpite da handycap fisici o mentali, segno questo di profonda rabbia repressa per non essere come gli altri. Si, perché, nonostante si parli sempre di parità fra normo - abili e diversamente abili (definizione ipocrita del cavolo!), questa parità, a dire il vero, non esiste. Non solo, ma la società, in fondo, ama la perfezione, sebbene non lo dica mai con la dovuta franchezza.
La bellezza e la perfezione sono armoniose, piacevoli da vedere; danno senso di pace, serenità e trasmettono buon umore; al contrario, la bruttezza, l'imperfezione, il difetto fisico disturbano vista, mente e cuore, agitano gli animi, eccitano i nervi in modo negativo. Vai a raccontarlo a chi è, o chi si sente brutto e quindi non ben accolto dalla comunità umana e convincilo del contrario!

Ricchezza e povertà:
I ricchi esistono, i poveri pure e, specie in quest'ultimo periodo di crisi economica, i secondi hanno abbondantemente superato i primi. Ora, se si tolgono gli Indiani i quali, per motivi religiosi e culturali del loro Paese, credono di essere nati poveri a causa del Kharma e si rassegnano a vivere un ciclo della loro vita in mezzo alla strada e alla sporcizia, i secondi, cioè i poveri, si rassegnano molto meno e ambiscono spesso a mettersi in pari con i primi compiendo, dunque, atti maldestri poiché non digeriscono bene l'idea di affrontare sacrifici dovuti alla mancanza di mezzi per vivere. Ultimamente però, è diventato difficile anche delinquere nel furto in quanto le vittime hanno cominciato a reagire con le armi - se e quando le hanno - e a farsi giustizia da sole, visto che la giustizia ufficiale fa cilecca. Non si riesce più nemmeno a rubare e ciò potrebbe generare rabbia se non si sa in che altro modo arrivare a fine mese.

Femminicidi:
(termine orrendo che ha il sapore sgradevole di selvatico e umiliante per il genere femminile). Un uomo uccide una donna perché questa lo ha rifiutato. Più che alla società, la colpa andrebbe scaricata sulla famiglia che ha educato quest'uomo all'eterno "sì"  a tutto, o non lo ha informato che esiste anche la parolina, purtroppo spiacevole, del "no". Una situazione economica, eventualmente disagiata, potrebbe fare da detonatore ad una miccia sempre accesa e "l'uomo che non deve chiedere mai" sopprime la donna per aver pronunciato quel maledetto monosillabo, anche per momentanea mancanza di mezzi per sopravvivere.
In aggiunta, sfortunatamente, alcuni esemplari del genere femminile si dimostrano non abbastanza forti da opporsi e reagire per primi per paura o, peggio ancora, con la mai riposta speranza - che io definirei pia illusione - di cambiare la natura del loro partner.

Infanticidi:
Che dire di questo tipo di azioni? Una donna uccide il proprio figlio, forse l'atto di violenza più deprecabile e deplorevole che esista. Apparentemente non giustificabile in alcun modo.

Ma in questi esempi esiste un comune denominatore che si chiama: esasperazione, ovvero: il raggiungimento e il superamento di un livello di sopportazione di un certo stato, che non permette più di accettare oltre il rifiuto oggettivo della propria condizione negativa da parte degli altri, o la costante sensazione del sentirsi rifiutati dal nostro prossimo, di non sentirsi compresi e/o, come ho detto prima, l'incapacità o l'impossibilità di modificare questa situazione. C'è chi impiega molto tempo ad arrivarci e c'è chi, invece, ci arriva presto ma, attenzione ! I primi sono i più pericolosi poiché accumulano quantitativi di stress che poi esplode in modalità pliniana, ossia, ad effetto Vesuvio, con conseguenze catastrofiche che forniscono la spiegazione alle famose...inspiegabili stragi!

Spesso ci sentiamo dire, o ci sorprendiamo a dire a chi vediamo che è giunto al limite della tolleranza: porta pazienza, ma chi ce lo dice, o a chi lo diciamo, non è nei nostri panni, e/o noi non siamo nei loro. E su questo punto bisognerebbe riflettere bene e a lungo. 

Nel mio post precedente, - quello dedicato alla psicologia e agli psicologi, - ho accennato al dover avere, da parte di questa categoria di professionisti, la capacità di entrare nella testa dei loro assistiti per comprendere veramente e pienamente i loro disagi, capacità che comporterebbe il non essere del tutto "normali" per poterlo fare.
Non tutti sono - o siamo - in possesso di questa abilità, ma sarebbe sufficiente una briciola di immaginazione e intuizione per capire quando uno sta per dire: basta!
Ebbene: quel nostro simile non è cattivo. E' soltanto stufo di sentirsi dire: non ci piaci, o non ci piace ciò che fai, obiettivamente, o solo per partito preso, perché non rientra nei canoni del buon costume e del vivere civile.

Voglio chiarire però che, con questa mia considerazione, non intendo certo difendere i "cattivi", né giustificare i loro atti, ad ogni modo non esemplari, ma invitare chi leggerà - se vorrà - a non essere troppo superficiale nel giudicarli, e a pensare, anche solo per pochi istanti, che dietro al loro comportamento c'è una qualche ragione; c'è comunque, e sempre, un motivo che li conduce e li induce a muoversi negativamente nella vita e nel mondo. Niente è del tutto casuale.

Amen.