Roberto,
52 anni, e Maria, 50 anni, due figli che vanno ancora a scuola, hanno perso
entrambi il loro lavoro e sono preoccupati per il futuro. Hanno ragione perché
a questa età è difficile trovare un altro lavoro. Anzi! E' impossibile! Per
motivi che travalicano la nostra immaginazione e comprensione, la loro
connotazione anagrafica si rivela un ostacolo insormontabile, eppure Roberto è
un esperto informatico e Maria è un'abile e competente analista contabile, ma
sembra che questo loro requisito scivoli come acqua che scorre su vetro: non
produce alcun effetto sui datori di lavoro ai quali i due si rivolgono nella
penosa via crucis che compiono per trovare una nuova occupazione che garantisca
il prosieguo delle loro vite.
Niente.
Nessuna risposta che abbia un senso. Solo rifiuti e porte sbattute in faccia
senza spiegazioni logiche. Semplicemente, non hanno più l'età per lavorare.
Ma
pensando ai loro ragazzi, Roberto e Maria non si scoraggiano, si rimboccano le
maniche e cominciano a creare locandine e bigliettini da attaccare ovunque, in
cui scrivono a caratteri cubitali la loro disponibilità a svolgere qualunque
mansione, anche la più umile e umiliante, pur di racimolare un introito per
affrontare le spese di casa e della scuola dei figli. Internet fornisce un
ulteriore viatico alla diffusione della loro disponibilità. Tuttavia anche
nella loro disposizione d'animo a scendere ai minimi livelli, i due incontrano
ostacoli assurdi, soprattutto Maria. La nostra intrepida mamma si offre come
baby sitter ma è "troppo vecchia"; le baby sitters devono essere
giovani, preferibilmente sotto i 25 anni; si offre come badante per assistere
persone anziane e malate, ma è italiana e le badanti richieste sono per lo più
straniere, meglio se filippine o peruviane più servizievoli e meno esose
economicamente. Si offre per le pulizie negli appartamenti, ma la scusa del
diniego è la stessa avanzata per la posizione sopra citata. Oltre a queste
motivazioni se ne aggiunge un'altra, la più spettacolare: Maria non ha
referenze, ovvero: nessuno può testimoniare la sua professionalità in questi
mestieri. Infatti Maria è stata, fino a qualche tempo prima, una brava
contabile e non ha mai pulito appartamenti se non il suo; non ha mai accudito
bambini se non i suoi figli, e non ha mai assistito persone anziane poiché,
grazie al Cielo, ha ancora i genitori vivi e vegeti oppure sono morti di morte
naturale nel loro letto, e nessuno, se non Roberto, può dimostrare che Maria è
brava a pulire pavimenti, accudire minori o diversamente giovani acciaccati. In
altre semplici parole, nessuno può affermare e confermare che Maria è
affidabile in quanto non ci sono prove pratiche che lo dimostrino. Roberto non
trova lavoro solo per questioni anagrafiche e forse per le stesse ragioni
addotte per Maria.
A
questo punto ai due viene consigliato di rivolgersi ai Servizi Sociali del
Comune di residenza per ottenere uno dei famosi lavori "socialmente
utili" oppure un contributo economico per tirare avanti, ma solo uno dei
due ne ha diritto. Al mattino presto, Roberto si reca sul posto presso
l'ufficio di competenza, si mette in fila insieme con altri sventurati fra cui
molti extracomunitari e, dopo parecchi minuti, riceve da un impiegato un numero
che corrisponde al suo turno di chiamata.
Ad
aspettare in una saletta in fondo ad un corridoio, con lui c'è anche una donna
di colore con un bambino piccolo in braccio e due bambini più grandicelli che
giocano a rincorrersi per il corridoio, ridendo e strillando. Roberto viene poi
ricevuto da un'impiegata che, alle dieci e mezzo della mattina, è già stravolta
dal solo fatto di dover lavorare (ma è stata assunta al Comune per conoscenze) e da tre ore di spiegazioni e discussioni, spesso sfociate in litigi, la quale lo
invita a riempire un modulo con i suoi dati personali e a produrre alcuni
documenti aggiuntivi che servono per giustificare la richiesta del sussidio, il
quale ammonta alla cifra stratosferica di euro cinquecento e rotti per un anno, eventualmente incrementabili con bugie su infermità varie, come a dire che quei soldi devono bastare per vivere 365 giorni in quattro. Ci
sarebbe la più vantaggiosa soluzione del contributo continuativo di 400 euro al
mese, ma per averlo non si deve possedere una casa. Bisogna risultare senza
fissa dimora. Roberto e Maria devono accontentarsi e continuare a cercare
un'occupazione per non morire di fame e non far patire la fame ai loro ragazzi,
ma a 50 anni, almeno in Italia, è un'utopia.
Però si continua a parlare di disoccupazione giovanile e anche qui si riscontrano paradossi da fantascienza demenziale.
"azienda a livello nazionale cerca giovane da inserire nel proprio organico, max 25 anni con 5 di esperienza pregressa".
In cosa poi? Perché non viene detto chiaramente?
E' uno dei tanti annunci di offerta di lavoro che s'incontra sui giornali o su Internet, nei siti collegati alle agenzie di collocamento. Tutti i datori di lavoro chiedono esperienza nel proprio settore ma chi cerca lavoro lo fa per accumulare esperienza e poter lavorare dopo, però se non si ha esperienza non si lavora da nessuna parte e anche qui si viene a creare l'odiosa e reiterata situazione del cane che si morde la coda e del circolo vizioso senza via d'uscita.
Spesso, a 25 anni ancora si passa buona parte della giornata sui libri per terminare gli studi universitari che sembra non finiscano mai e, se si riesce anche a lavorare, la tipologia di occupazione raramente è molto impegnativa proprio per non rubare troppo tempo allo studio. Per guadagnare qualche euro, Claudio/a accetta di preparare, servire e consegnare pizze, lavorare in un bar, distribuire volantini in giro per la città, tenere buoni un paio di pargoli per qualche ora o, comunque, svolgere un'attività che fornisce si un'esperienza, ma non certo per coprire la posizione di Account Manager, Sales Manager o altre professioni che in Inglese suonano come chissà quale alto incarico dirigenziale per il quale occorre già una laurea e qualche altro annetto di età sul groppone.
Oltre che nel mondo della scuola, non credo ci sia altro luogo, come quello del lavoro, dove si possa trovare una comunità di alieni così cospicua che dà l'impressione di non conoscere - o forse è meglio dire non voler conoscere - e riconoscere la realtà del proprio Paese. Vivono veramente in un'altra dimensione che non ha niente in comune con il macrocosmo di chi deve vivere giorno per giorno sulla Terra e vorrebbe farlo, non dico nel modo ideale, ma nel meno peggior modo possibile. Ma il microcosmo degli alieni è quello degli eletti, di chi ha le spalle coperte e la strada lastricata d'oro; di chi non conosce e non ha mai saputo cosa voglia dire cercare un lavoro. Questi sono gli alieni "cattivi", si conoscono e si riconoscono perché si vedono spesso in tv. Purtroppo!