Pasqua,
per i Cristiani festa della Resurrezione di Cristo.
Per
i "fratelli maggiori ebrei" , festa di passaggio, della liberazione
dalla schiavitù e, sul calendario, spesso non coincide con la nostra. A volte
non cade neppure di domenica.
Torniamo
a noi Cristiani.
Quando
la Bibbia è stata redatta, scienza e tecnologia non erano neppure ai loro
albori e le popolazioni di quell'epoca, sia quella ebraica, sia la nostra,
erano sovente perfino analfabete, quanto meno, l'ignoranza in cui vivevano era
abissale e ciò che è descritto e riportato nelle Sacre Scritture era
veramente....vangelo, quindi, largo alla fede cieca in esse e
all'immaginazione. In ogni caso, l'evento in sé è suggestivo.
Dopo
essere stato straziato nel corpo da flagello e croce, un uomo muore e risorge,
si dice, per salvare l'umanità intera. Non vi è dubbio: c'è di che festeggiare.
Ora
invece, non solo la scienza e la tecnologia sono una realtà concreta ed
oggettiva ma, negli ultimi tempi, entrambe hanno compiuto passi da gigante, per
di più in un tempo relativamente breve, specie negli ultimi dieci, vent'anni, e
i loro esponenti stanno divertendosi a smontare tutti i miti ed i prodigi del
Libro dei Libri. In altre poche, povere e semplici parole, gli studiosi di
fenomeni, fino a poco tempo fa ritenuti sovrannaturali ed inspiegabili,
cominciano a trovare spiegazioni neppure tanto difficili da comprendere anche
ai "non addetti ai lavori". In breve, anche la resurrezione di Cristo
non sarebbe né tanto sovrannaturale, né ancor meno inspiegabile, tuttavia, se
anche si trovasse la spiegazione scientifica, - e lo assicuro, c'è - il fatto
in se stesso è ugualmente interessante.
Il
punto però, è un altro.
"Siate
umili" predicava chi si proclamava il Figlio di Dio.
Viene
da dire: senti da che pulpito parte la predica!
Fra
l'altro, se veramente l' ha dichiarata (la paternità) sarebbe contravvenuto ad
una delle regole della sua fede originaria che vietava il vanto dei propri
meriti, attirandosi in questo modo, come infatti è accaduto, le antipatie del
proprio popolo e dei sapienti che lo hanno accusato di empietà e di superbia,
uno dei 7 vizi capitali. Ma Cristo non è stato condannato a morte per questo
motivo, o almeno non solo per questo.
Il
nostro aveva cominciato a diffondere un nuovo modo di pensare che si basava su
principi rivoluzionari come il perdono e la tolleranza (appresi, forse, in
India o in zona induista e Buddhista durante i famosi 18 anni di
"buco" della sua vita? Chi lo sa!) in un'epoca e in una società -
quella ebraica - come quelle in cui viveva, nelle quali dominava il concetto
della vendetta perfino divina. Il dio ebraico non perdonava e si vendicava
sull'empio, su colui che faceva del male a se stesso e, soprattutto, al suo
prossimo. Per lui le cose non stavano in quel modo e la faccenda dava fastidio
ai capi del credo di Javeh.
O
forse la ragione non era nemmeno questa ma tutto un insieme di fattori che
urtavano la suscettibilità di quei personaggi, e che lo hanno reso comunque un
individuo "scomodo", da eliminare. Cosa dire, per esempio, dei famosi
miracoli che già operava da bambino, ma in cui, ritornato nelle terre natie,
giovane adulto, sembrava essersi ulteriormente specializzato, addestrandosi
probabilmente, sempre durante i suoi spostamenti nell'area magica ai piedi del
Tibet o nei suoi altipiani, negli anni del "buco" temporale nella sua
biografia, apprendendo e perfezionando le tecniche dai guru di quei luoghi
tranquilli e sereni, pregni di vera spiritualità, il tutto unito da
un'autostima da vendere di cui era naturalmente dotato, e che forse aveva rinforzato
con particolare relativo allenamento?
Roba
da far scoppiare le vene per l'invidia (sempre a proposito di vizi capitali)!
Solo
che per levarselo dai piedi, i suoi poveri, ignoranti ex correligionari hanno
scelto una modalità completamente sbagliata, regalandolo alla Storia in veste
di martire, facendo si che fosse ricordato nei secoli dei secoli fino ad oggi
e, probabilmente ancora nel futuro fino alla fine del nostro pianeta e del Sole
attorno al quale gira, adorato e glorificato, attirando odio sugli artefici di
tale misfatto, anche questo perdurante nel tempo a dispetto del gesto vanamente
risolutivo di un pontefice - Giovanni Paolo IIo - che qualche anno fa si è
recato al tempio del culto ebraico per cercare di porre termine alla diatriba
millenaria del "sono stati gli Ebrei ad uccidere Nostro Signore". Se
per toglierlo di mezzo, i seguaci di Javeh avessero scelto una via più semplice
e meno spettacolare come una solenne semplice lapidazione o una ripassata di
botte (non è escluso che anche Pilato l'avesse capito; infatti, al momento di
comminargli la pena della flagellazione, tiene a raccomandare che non sia
ucciso), forse non dico che sarebbe stato dimenticato ma non avrebbe avuto tale
e tanto clamore come invece ha avuto, specie fra chi lo aveva seguito e lo
segue tuttora con mai vacillante fede. Il film "La Passione", di Mel
Gibson, si conclude con un Haifa costernato e sgomento che, di fronte alla
croce sulla quale Cristo ha appena esalato l' ultimo respiro (lo ha veramente
esalato?) in aramaico, esclama: "Cosa abbiamo fatto !"
Appunto:
cosa avete fatto?
Oltre
ad aver condannato un uomo a morte, a quella morte, vi siete dati la più
memorabile zappata nei piedi che essere umano abbia potuto darsi nel corso
della Storia dell'umanità.
E
noi Cristiani, invece di odiarvi, potremmo dirvi "grazie!".