Archimede, Galilei, Newton, e ai nostri
tempi, Einstein, Nash, Hawking, tralasciando, forse ingiustamente, altri nomi
illustri della scienza in tutti i campi, sono considerati geni, perché? Perché
sono bravi coi numeri? Intendiamoci: tanto di cappello a questi nostri simili
che sguazzavano fra formule matematiche, fisiche e chimiche come pesci nell'
oceano se penso che io ed i numeri abbiamo sempre camminato su binari paralleli
i quali non si sono mai incontrati e probabilmente non si incontreranno mai, ma
cosa dire invece di chi ha usato i suoi neuroni e le sue sinapsi per creare
cose fantastiche in altri campi che non siano seminati a cifre?
Leonardo da Vinci, beato lui, era
ferrato in tutti i campi dello scibile: dalla scienza, all'arte, e anche nella
letteratura ma, tornando indietro nel tempo, cosa dire del Sommo Poeta Dante
Alighieri che ha scritto la
Divina Commedia (ok, voci di corridoio sussurrano che non
l'abbia scritta con la mente del tutto libera, ma non è confermato e non è
neppure un dettaglio rilevante!) in cui ha inventato di sana pianta - pescando
info nelle Sacre Scritture - ben tre regni ultraterreni con tanto di
scenografia, personaggi (realmente esistiti), situazioni, pensieri, sentimenti
e sensazioni, regalando al lettore immagini indimenticabili, descritte in versi
altrettanto memorabili che sono divenuti quasi dei tormentoni?
Manzoni ci ha
fatto fremere con il suo romanzo romantico/storico raccontandoci le vicende di
Renzo e Lucia; Leopardi ci ha fatto sognare e pensare con i suoi versi intensi,
quasi palpabili, sebbene tristi; Giulio Verne, nei suoi "viaggi"
fantascientifici, è stato profetico e infine Talkien, nel suo monumentale
Signore degli Anelli, ha saputo costruire un intero universo, collocato in
un'altra dimensione, con una geografia propria, una struttura sociale e
politica se proprio vogliamo vederla in questi termini, narrandoci le avventure
fantasy di Frodo ed i suoi amici nel tentativo disperato di disfarsi di un
oggetto che potrebbe distruggere quel mondo fantastico.
E ancora, cosa vogliamo dire di chi scrive
thrillers? Un thriller può essere di amministrazione ben più difficile di un
mare di formule matematiche in quanto la trama è faccenda scientifica. Alla
fine tutti i conti devono tornare perfettamente e leggendo alcuni romanzi
gialli, il lettore si trova spesso a chiedersi come l'autore riuscirà a
sbrogliare una matassa che, a volte, è più ingarbugliata di una rete da pesca
zeppa di nodi.
Il Grande Sonno di Raymond Chandler è un intrico pazzesco di fatti che però, al termine, si
sdipana in un finale che non fà una piega se si capisce cosa succede
prima.
E come non menzionare il geniale e perfetto meccanismo narrativo,
congegnato da Umberto Eco nel suo Nome della Rosa, giallo passato poi al cinema
con successo universale, e infine alla Storia della narrativa e letteratura di
molti tempi? Ambientata nel Medioevo più oscuro, la vicenda è rischiarata tuttavia dal
cervello sopraffino di Guglielmo da Baskerville che riesce a violare la labirintica
biblioteca del convento in fondo alla quale si nasconde l'assassino, risolvendo
l'enigma dell'ingresso e i tanti altri enigmi che Eco si è divertito a sciorinargli in tutta la trama
del romanzo.
E come dimenticare il fantastico meccanismo "a orologeria" di Assassinio sull' Orient Express e 10 Piccoli Indiani di quel genio femminile nota al mondo col nome d'arte Agatha Christie? Alzi la mano chi pensa che avrebbe potuto fare di meglio !
Non è da meno il nostro Andrea Camilleri che muove il suo Montalbano in situazioni piuttosto complicate, partendo, a volte, da dettagli, all' iniziale apparenza, poco importanti, conducendo il lettore, a piccoli passi, verso l'impeccabile soluzione finale attraverso i meandri delle indagini, non di rado piuttosto tortuosi.
Chi realizza film per il cinema e chi inventa ed elabora gli effetti
speciali per esso non merita di essere considerato un fenomeno nell'emozionare
lo spettatore proiettandolo in una dimensione onirica, cancellandogli per un
paio d'ore la sconsolante realtà in cui è costretto a vivere?
Onore a chi nuota agilmente fra i numeri, ma nell'elenco delle menti
illuminate io inserirei anche chi ci fa sognare con le parole, impresa, secondo
me, ancora più difficile. Due più due fa quattro anche per un quasi analfabeta,
ma scegliere e collocare le parole nel modo giusto per regalare emozioni non ha
prezzo, né rivali. E' come scrivere una partitura musicale. Le note devono
susseguirsi per creare una melodia perfetta e gradevole.
Anche questa, se vogliamo dire, è una scienza.
W gli scrittori !
Nemmeno loro possono essere presenti nelle liste di persone normali o,
almeno, comuni.
Anche loro, a loro modo, sono alieni.