In
principio fu l'animale.
In
mancanza di riferimenti concreti a divinità più o meno esistenti, i nostri
antenati, a cominciare dai primitivi, hanno sentito la necessità di iconizzare
entità superiori a loro che essi non riuscivano a vedere, ma forse percepivano
a pelle o a sensitività.
In
altre parole più semplici e povere, l'Uomo ha sempre cercato qualcosa o
qualcuno che fosse in grado di sbrigare grane, apparentemente impossibili da
risolvere per le semplici menti ed anime terrene, dando origine così al
sentimento religioso o, più pedestremente, al divino o al sovrannaturale, e ha
voluto raffigurarle con immagini che potessero dar loro un'idea concreta di chi
stessero effettivamente adorando.
Passeggiando
per la Storia
approdiamo alle antiche civiltà: Fenici, Ittiti, Babilonesi ma, soprattutto
Egiziani, che avevano scelto un bue, Api, ed un cane: Anubi, come materializzazione
visiva di due dei loro dèi, tanto per farsi un'idea di quanto i nostri avi
tenessero in considerazione le creature del mondo animale.
Nella
Bibbia si legge e si apprende che, credendo di aver perso per strada il loro
Dio, un manipolo di suoi adoratori lo avessero sostituito con un ovino, ricoprendo
il suo vello con oro per aver qualcosa di visibile da venerare.
Alt!
Non ho intenzione di scrivere un trattato sulle religioni antiche, né tanto meno
un vademecum sulle rappresentazioni delle entità divine, bensì una riflessione
su come ora, nel 21^ secolo, in piena epoca tecnologica, gli umani sembrano
dedicare molto del loro tempo ma, soprattutto, delle loro sostanze, agli amici
quadrupedi, bipedi, pelosi o piumosi, anteponendo la loro importanza, in certi
casi, a quella dei nostri simili, cadendo così in esagerazioni ridicole,
patetiche e, talvolta, anche piuttosto fastidiose.
Sono
la prima ad affermare che ai nostri amici non parlanti nessuno ha il diritto di
far del male e che il farlo è segno di profonda e riprovevole crudeltà ed
inciviltà, ma arrivare a destinare il proprio patrimonio economico al loro
mantenimento piuttosto che ad un essere umano in palese necessità di aiuto,
perfino il Pontefice si è espresso in tema dichiarando lui medesimo che è
assurdo ed anche ingiusto.
Insomma,
gente, un po' di moderazione e raziocinio non guasterebbe !
Siamo
d'accordo che, a volte, gli esseri umani si comportano e reagiscono peggio
degli animali, per giunta con l'uso del cervello, cosa che spinge molti a
pronunciare la fatidica e ormai retorica frase: più conosco gli uomini, più amo
gli animali, ma a tutto c'è un limite e qui, i limiti vengono spesso superati
in un delirio di amore verso la categoria, che porta a pensare ad un
progressivo e preoccupante affievolirsi della capacità di comunicazione fra di
noi. La dedizione a 360 gradi verso le bestiole nasconde in realtà - e poi
neanche tanto - il non saper più parlare agli umani, il non volerci più parlare
per timore di essere feriti, - siamo diventati suscettibili in maniera
impressionante! - e, last but not least,
l'ancor minore desiderio di crescere ed evolversi. Dedicarsi a loro h24,
parlare a loro e con loro, mostrando il rifiuto del mondo umano equivale a
voler uscire dal reale, sottraendosi anche alle più piccole responsabilità che
la vita ci presenta. E questo non è per nulla ragionevole.
Quindi,
signori, diamoci una regolata ed una ridimensionata. Occuparci ed accudire i nostri
amici di cui sopra è bello e nobile, ma affacciamoci anche al balcone del
nostro vicino e chiediamogli se ha bisogno di qualcosa. E se lo ha, e noi
possiamo darglielo o, almeno aiutarlo ad ottenere, proviamoci! Non penso che ne
trarremo un grosso danno.
Sono pienamente d'accordo.
RispondiEliminaLo immaginavo. Grazie. Commentata la rece. Forte !!!
RispondiEliminaBello questo post e interessantissimo il tuo blog. Ti seguirò con piacere :)
RispondiEliminaGrazie cara. Anch' io ti seguo. A presto.
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