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domenica 1 settembre 2013

Alieni talentuosi e...più o meno silenziosi



I ricordi si perdono nel tempo, tuttavia non si sono offuscati del tutto tanto da cancellare alcune vecchie buone abitudini. E certi alieni si distinguono proprio per queste ultime: educazione e discrezione.
Ma cominciamo dall'inizio e andiamo per ordine.
Sappiamo che alcuni terrestri sono dotati di talenti, (il che li tramuta in alieni per il non eccessivo numero delle loro presenze sul pianeta. Quelli veri!): per la musica, pittura, scrittura e altre specialità morali, e li usano per diletto, ma alcuni anche per procurarsi introiti economici che consentono loro di poter vivere, talvolta senza troppi sacrifici. E c'è qualcuno che ci riesce poiché, evidentemente, il suo talento è così marcato e visibile da suscitare interesse e curiosità presso gli altri, soprattutto chi potrebbe fornire a questi alieni fortunati l'opportunità di trasformare il talento in guadagno. Ora, di solito i "geni" in qualunque disciplina hanno la prerogativa di essere un pò schivi e di non amare troppo essere sbattuti alla ribalta, sotto i riflettori dello show business. Almeno una volta! Qualche tempo fa!
Adesso chi dipinge quadri, chi scrive romanzi o saggi, chi compone musica, chiunque sia consapevole di possedere un talento - spesso per sentito dire da coloro che si sperticano in lodi con secondi fini, - supportato dai vari mass media che, senza dubbio, si dimostrano alleati preziosi, sbatte in prima pagina il frutto del suo talento proponendolo e riproponendolo finché non vede gli utenti dei mass media affannarsi a cercarlo per non sentire più lo strombazzamento dell'oggetto in questione. In altre parole povere, si serve della grancassa pubblicitaria per diffondere il suo verbo, la sua tela, le sue note e spreme il servizio fino all'osso per far conoscere a tutti il risultato della sua fatica.
Giusto. Ma occhio a non esagerare.
Torno ai ricordi.
Anni fa, - 30? - in giro per le strade d'Italia (io lo vidi a Roma), un giorno cominciarono a comparire dei cartelloni con una specie di stemma che riproduceva l'immagine stilizzata di un drago sorridente. Lo guardai e mi chiesi cosa significasse.
I cartelloni rimasero sulle strade per circa un anno fino ad una sera in cui, su quello che all'epoca si chiamava primo canale della Rai, non partì il trailer di uno sceneggiato che sarebbe andato in onda di lì a poche settimane. Lo sceneggiato era il Marco Polo e la Dragonda era, appunto, la "sirena" che per mesi aveva fatto impazzire gli Italiani i quali, come me, si erano chiesti cosa fosse e a cosa fosse riferito.
Ecco! Il bello del mistero, della suspense, dell'intrigante messaggio in "codice" per annunciare un evento che racchiude in sé il lavoro di un manipolo di persone indubbiamente talentuose le quali hanno saputo ricreare e raccontarci una storia per immagini.
Tutto ciò che ho detto finora, forse non c'entra molto con l'educazione e la discrezione, ma il proporre il proprio pensiero e la propria esistenza con tutto ciò che si è capaci di fare, avvicinando il prossimo stuzzicando la sua curiosità, secondo me è il massimo della classe che un essere umano possa esibire.
A buon intenditor,  il silenzio!!

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