Ebbene
sì. Ieri, 2 settembre, ho rimesso piede in un cinema nell' occasione di andare
a vedere TENET, film del momento, che pare aver riconciliato la gente con la 7a
arte, se mai ci abbia litigato.
Trafila
COVID: si attende fuori dal locale, si è invitati a compilare un modulino in
cui è stampato nome, cognome, numero di telefono, sala, orario inizio
spettacolo e altro. Violazione della privacy, qualcuno chiede e si chiede?
Niente paura, garantisce il giovane che dirige il traffico. I vostri dati
saranno dimenticati presto. Boh?
Una
volta compilato il modulino, si entra e ci si reca alla cassa, si consegna il
modulo e il cassiere ti mostra la piantina della sala cinematografica in cui
puoi scegliere il posto da dove vedere il film.
All'
entrata in sala, si scopre che una fila sì ed una no sono coperte da un nastro
rosso e bianco di quelli usati per sigillare un luogo non accessibile alla
plebe.
Tutte
misure di sicurezza anti-COVID. Efficaci? Non sappiamo, ma chi di dovere prova
a metterle in pratica e, soprattutto, a farle rispettare.
A
questo punto, accomodati sul nostro sedile ci accingiamo a vedere il film che
inizia quasi subito senza preamboli, senza pubblicità, senza anteprime di altri
film in uscita, se usciranno.
Il
film? TENET. L' ho scritto prima e
recensito qui.
Com'è?
Difficile dirlo. A me è piaciuto forse perché amo i film strani e questo lo è
di sicuro. Agli altri spettatori l' ardua sentenza.
La
trama è intricatissima, ma interessante. Si parla di viaggi nel tempo. Si cerca
di evitare un conflitto mondiale spostandosi avanti e indietro negli anni, nel
tentativo di bloccare un genocidio desiderato da un uomo che ha i giorni
contati e non vuole morire da solo.
Le
implicazioni morali sono tante e pesanti. E' possibile decidere il futuro dell'
umanità soltanto perché si è giunti alla fine dei propri giorni? Nessuno è Dio,
se questo esiste, e nessuno ha il diritto di decidere per gli altri, tuttavia è
comprensibile il pensiero di un individuo, senza dubbio dotato di una notevole
intelligenza, che vede la sua specie incurante
del declino a cui il pianeta va incontro.
Ma
non è questa la soluzione ideale per risanare le cose. E uno dei personaggi del
film glielo fa notare esibendosi in un predicozzo moralista finale che potrebbe
dar fastidio, però ci sta tutto, non per una questione religiosa, bensì
pratica.
Annientata
questa razza umana, siamo sicuri che un' eventuale prossima sia migliore della
presente? Se l' umanità non è stata creata da una mano divina e si ripropone in
un lontano futuro, dopo un olocausto, siamo certi che i nuovi esseri umani nasceranno
e si evolveranno con caratteristiche genetiche diverse dalle attuali nostre?
Oppure l' Uomo è proprio così, come quello che vive al nostro tempo? E se così
fosse, il genocidio sarebbe inutile.
Christopher
Nolan, il geniale regista del film, si è inoltre divertito a disseminare la
storia di enigmi: il Quadrato di Sator,
iscrizione latina, nonché nome di un personaggio della pellicola, è una pietra
su cui sono incise 5 parole palindrome, , ovvero: leggibili sia da sinistra che
da destra, composte da 5 lettere ciascuna.
TENET
SATOR
AREPO
OPERA
ROTAS
Si
scopre presto che le parole hanno un legame fra loro e, insieme, risolvono il
rebus.
Basta
seguire il film con grande attenzione.
Viaggi
nel tempo: argomento trattato un numero spropositato di volte
in tante opere letterarie e cinematografiche. Se fosse possibile, molti
tornerebbero indietro nel tempo per porre rimedio a guai apparentemente
irrimediabili, ma se gli eventi vengono cambiati cosa accadrebbe dopo? Se volessimo,
per esempio, impedire l' incontro fra i nostri genitori, noi non nasceremmo.
Non è facile come pensiamo, ma è divertente immaginarlo. Nel mondo della
fantasia ciò è fattibile, dunque, restiamo in quel mondo, rimanendo però sempre
consapevoli che solo in quella dimensione possiamo cambiare le cose come
vogliamo.
Nel
mondo reale, no, ma possiamo fare qualcosa almeno per migliorare la nostra vita
sulla Terra. Abbiamo il dovere di farlo. E ne abbiamo tutto il diritto. Il mio
non vuole essere il solito monito moralista. E' un dato di fatto. Una questione
pratica.
Al
termine di questa mia riflessione, e del resoconto di questa mia piccola
curiosa esperienza che, con tutta probabilità, molti avranno, invito a non
scoraggiarsi e ad andare ugualmente al cinema.
Per
questo film, la trafila anti-COVID vale. Per gli altri, non lo so ancora.
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