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giovedì 3 settembre 2020

AL CINEMA AL TEMPO DEL COVID

 

Ebbene sì. Ieri, 2 settembre, ho rimesso piede in un cinema nell' occasione di andare a vedere TENET, film del momento, che pare aver riconciliato la gente con la 7a arte, se mai ci abbia litigato.

 

Trafila COVID: si attende fuori dal locale, si è invitati a compilare un modulino in cui è stampato nome, cognome, numero di telefono, sala, orario inizio spettacolo e altro. Violazione della privacy, qualcuno chiede e si chiede? Niente paura, garantisce il giovane che dirige il traffico. I vostri dati saranno dimenticati presto. Boh?




Una volta compilato il modulino, si entra e ci si reca alla cassa, si consegna il modulo e il cassiere ti mostra la piantina della sala cinematografica in cui puoi scegliere il posto da dove vedere il film.

 

All' entrata in sala, si scopre che una fila sì ed una no sono coperte da un nastro rosso e bianco di quelli usati per sigillare un luogo non accessibile alla plebe.




Tutte misure di sicurezza anti-COVID. Efficaci? Non sappiamo, ma chi di dovere prova a metterle in pratica e, soprattutto, a farle rispettare.

 

A questo punto, accomodati sul nostro sedile ci accingiamo a vedere il film che inizia quasi subito senza preamboli, senza pubblicità, senza anteprime di altri film in uscita, se usciranno.




 

Il film? TENET. L' ho scritto prima e recensito qui.

Com'è? Difficile dirlo. A me è piaciuto forse perché amo i film strani e questo lo è di sicuro. Agli altri spettatori l' ardua sentenza.

 

La trama è intricatissima, ma interessante. Si parla di viaggi nel tempo. Si cerca di evitare un conflitto mondiale spostandosi avanti e indietro negli anni, nel tentativo di bloccare un genocidio desiderato da un uomo che ha i giorni contati e non vuole morire da solo.

 

Le implicazioni morali sono tante e pesanti. E' possibile decidere il futuro dell' umanità soltanto perché si è giunti alla fine dei propri giorni? Nessuno è Dio, se questo esiste, e nessuno ha il diritto di decidere per gli altri, tuttavia è comprensibile il pensiero di un individuo, senza dubbio dotato di una notevole intelligenza,  che vede la sua specie incurante del declino a cui il pianeta va incontro.

Ma non è questa la soluzione ideale per risanare le cose. E uno dei personaggi del film glielo fa notare esibendosi in un predicozzo moralista finale che potrebbe dar fastidio, però ci sta tutto, non per una questione religiosa, bensì pratica.

 

Annientata questa razza umana, siamo sicuri che un' eventuale prossima sia migliore della presente? Se l' umanità non è stata creata da una mano divina e si ripropone in un lontano futuro, dopo un olocausto, siamo certi che i nuovi esseri umani nasceranno e si evolveranno con caratteristiche genetiche diverse dalle attuali nostre? Oppure l' Uomo è proprio così, come quello che vive al nostro tempo? E se così fosse, il genocidio sarebbe inutile.

 

Christopher Nolan, il geniale regista del film, si è inoltre divertito a disseminare la storia di enigmi: il Quadrato di Sator, iscrizione latina, nonché nome di un personaggio della pellicola, è una pietra su cui sono incise 5 parole palindrome, , ovvero: leggibili sia da sinistra che da destra, composte da 5 lettere ciascuna.

 

TENET

SATOR

AREPO

OPERA

ROTAS

 

Si scopre presto che le parole hanno un legame fra loro e, insieme, risolvono il rebus.

Basta seguire il film con grande attenzione.

 

Viaggi nel tempo: argomento trattato un numero spropositato di volte in tante opere letterarie e cinematografiche. Se fosse possibile, molti tornerebbero indietro nel tempo per porre rimedio a guai apparentemente irrimediabili, ma se gli eventi vengono cambiati cosa accadrebbe dopo? Se volessimo, per esempio, impedire l' incontro fra i nostri genitori, noi non nasceremmo. Non è facile come pensiamo, ma è divertente immaginarlo. Nel mondo della fantasia ciò è fattibile, dunque, restiamo in quel mondo, rimanendo però sempre consapevoli che solo in quella dimensione possiamo cambiare le cose come vogliamo.

 

Nel mondo reale, no, ma possiamo fare qualcosa almeno per migliorare la nostra vita sulla Terra. Abbiamo il dovere di farlo. E ne abbiamo tutto il diritto. Il mio non vuole essere il solito monito moralista. E' un dato di fatto. Una questione pratica.

 

Al termine di questa mia riflessione, e del resoconto di questa mia piccola curiosa esperienza che, con tutta probabilità, molti avranno, invito a non scoraggiarsi e ad andare ugualmente al cinema.

 

Per questo film, la trafila anti-COVID vale. Per gli altri, non lo so ancora.


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