1o
caso di ipocrisia (vedere il post sulla libertà di espressione)
Le donazioni alle associazioni a scopo umanitario
Si
avvicinano le feste natalizie e si dice che si debba essere più buoni, più
disponibili ad aiutare il prossimo, più generosi; finite le feste si può
tornare ad essere stronzi, salvo i casi in cui questo aspetto del carattere non
sia assolutamente irremovibile anche di fronte alla capanna del presepio, cosa
che sembra avvenire sempre più spesso.
Come
essere buoni, disponibili e generosi?
Innanzi
tutto, almeno in Italia, è facile esserlo specie nei riguardi dell'Erario che
chiede, proprio nel periodo precedente le festività, i contributi più pesanti,
concentrandoli fra novembre e dicembre, al contrario di Paesi civili come la
Norvegia dove, invece nell'avvicinarsi del Natale, il fisco alleggerisce il carico
tributario per lasciare nelle tasche degli abitanti più soldi per impinguare il
commercio pre-festivo.
Step
numero 2: la generosità degli Italiani verso l'erario è obbligatoria.
Step
numero 3: oltre all'Erario, fra la fine di novembre e i primi di dicembre,
nelle caselle postali fisiche degli Italiani sbarcano le richieste di denaro da
parte delle svariate associazioni umanitarie: Unicef, Ricerca sul cancro, sulla
leucemia, Save the children che chiede soldi per i bambini dei Paesi
sottosviluppati, Amnesty International che tutela i diritti dei perseguitati
politici ed altri raggruppamenti, sorte con intenti apparentemente altruistici,
che forse ci sono, ma il cui comportamento, ultimamente, sta facendo nascere
dubbi sinistri sulla destinazione dei fondi da essi raccolti col consueto
sistema della spedizione di bollettini.
Domanda
numero 1: perché, dopo decenni di metodico fund raising a favore delle
popolazioni povere dei Paesi del cosiddetto 3o Mondo, operato con costanza
anche dalla Chiesa, quei poveretti continuano a vivere nell'indigenza e non
sembrano essere stati compiuti tangibili passi del loro sviluppo?
Una
risposta possibile mette i brividi. Parte di quei fondi non ha raggiunto
l'obiettivo, finendo in mani improprie che hanno usato quel denaro per
finanziare conflitti personali e consumare vendette, sempre personali, estese
alle tribù abitanti oltre lo steccato del villaggio. Il fatto è gravissimo, ma
ora c'è di più.
La
raccolta fondi ha indubbiamente funzionato e le somme racimolate per andare
incontro ai bisognosi paiono ingenti...molto ingenti...più di quanto ci si
aspettasse, più di quanto, calcolatrice alla mano, avrebbero dovuto essere. Una
di queste associazioni è passata da un bilancio, positivo di 9 milioni di euro
a 23 milioni nel giro di un anno. Malgrado la crisi l'umanità ha di colpo
allentato il cordone della borsa elargendo più delle individuali possibilità
economiche?
No.
Mentre
le immagini di un'efficace campagna pubblicitaria, che mostrano i soliti
bambini africani, rinsecchiti dalla fame e dalla sete per impietosire i nostri
cuori e indurci a scucire le tasche, girano per le caselle postali di metallo e
virtuali della rete, i responsabili della sezione economica di queste
associazioni han pensato bene di arrotondare ulteriormente le entrate
immettendosi nel mercato di armi e droga. E' proprio il caso di dire: la mano
destra non sappia cosa fa la sinistra. Ma in questo frangente, forse lo sapeva
e anche piuttosto bene. Con tutta probabilità, gli addetti ai lavori speravano
che altri occhi e altre mani non sarebbero mai venuti a conoscere la verità.
Ora,
si possono dare soldi a chi, da una parte, dovrebbe poi passarli agli aventi
necessità per dare la vita, e dall'altra prenderli da chi dispensa morte?
E'
un controsenso pazzesco e stridente, ma è ciò che è emerso poco tempo fa.
Domanda
numero 2: da anni la scienza e la medicina si adopera per sconfiggere malattie
mortali come cancro e leucemia; miglioramenti sono stati registrati, ma le
malattie non sono state ancora sconfitte. Eppure si combattono da almeno 50
anni.
Risposta
possibile, anche questa da brividi: l'eventuale cura risolutiva, se sarà
trovata ( e gira già voce che sia stata trovata), taglierà drasticamente gli
introiti miliardari alle lobbies farmaceutiche che producono i medicinali
contro queste gravi infermità, vendendoli a prezzi proibitivi per singola dose
(un flacone di farmaco per chemioterapia può costare fino a 10.000 euro - erano
5000 dieci anni fa - , la metà se acquistato in Paesi come la Svizzera).
Dopo
aver letto questo mio piccolo trattato, qualcuno mi chiederà: dove sono e chi sono
gli alieni? Gli alieni sono coloro che non credono alle panzane e preferiscono
fare la figura degli insensibili egoisti tenendosi il denaro piuttosto che sprecare quel poco che hanno, oltremodo risucchiato da chi continua a sbraitare che stiamo uscendo
dal periodo più difficile, erogandolo senza la certezza che arrivi a giusta destinazione.
Immensa Paola.
RispondiEliminaGrazie. E questo e' solo l'inizio. :-)
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