Rubrichina linguistica
Non avendo molto altro da raccontare al momento (anche parlare sempre di Intelligenza Artificiale, alla lunga, annoia), continuo a fornire informazioni (spero utili) inerenti alle lingue straniere e ai loro...segreti! Anche per sorridere un po' delle stranezze idiomatiche che incontriamo oltre frontiera.
Scorrendo il blog all'indietro (a fine post, qualche link a post più vecchi, trattanti lo stesso tema), il lettore troverà altre pagine dedicate a questo "servizio", in cui mi muovo fra vocaboli stranieri, scritti similmente all'italiano, ma con significati mooooolto diversi da quello della nostra lingua.
Esempi di oggi? Eccoli. Luminosi e divertenti:
1) ostrich: fa pensare alle ostriche? E invece è uno struzzo! Ostrica è oyster.
2) argument: argomento? No, discussione. A volte anche animata. Infatti, argue, in inglese vuol dire anche litigare.
3) flipper: gioco storico in cui si lancia una pallina dentro una macchina e si cerca di mandarla in buca? NO, flipper è la pinna del pesce.
4) spot: inserzione pubblicitaria? Nein. Semplicemente, macchia. Tuttavia, al giorno d'oggi, spot indica anche l'inserzione pubblicitaria, specie televisiva.
5) pretend: NON è pretendere, bensì fingere, mentre l'italiano pretendere, in inglese è tradotto con expect. Pretendo rispetto da te = I espect respect of you.
6) taste: gusto, non tasto che è tradotto con le parole key o button.
7) eventually: che non vuol dire eventualmente ma alla fine. Eventually I found my umbrella...
8) casual: che traduce informale, non casuale, aggettivo tradotto invece con il termine, anche informatico, di random.
9) confidence: fiducia e non confidenza. Self-confidence = autostima, fiducia in se stessi.
10) (il più divertente) preservative: che non è il preservativo per l'uso noto che se ne fa del prodotto, bensì il conservante alimentare.