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venerdì 22 agosto 2014

GLI ALIENI E LA MENTE UMANA







Nel panorama della narrativa mondiale di questi ultimi 20 anni e passa, è uscito un romanzo - che è poi stato trasposto magistralmente in uno dei migliori film del genere thriller mai visti al cinema, vincitore di 5 oscar, evento raro per una pellicola di color giallo - intitolato IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI, partorito dalla fantasia razionale - bell'ossimoro - di Thomas Harris, nel quale l'autore narra di un serial killer che rapisce ragazze, le seppellisce in un pozzo e le lascia morire d'inedia per poi ucciderle. Perché lo fa? Non si sa bene e non si conoscono bene i meccanismi della sua psiche malata ma una bella e prossima agente dell'F.B.I., Clarice Sterling, interpretata benissimo nel film da Jodie Foster, viene messa alla prova dall'Ufficio Investigativo proprio per scoprire l'identità dell'assassino e cercare di ca(r)pire quei  segreti efferati meccanismi. La bella Clarice ci riuscirà solo dopo aver chiesto aiuto ad Hannibal Lecter, psichiatra, neppure lui tanto normale, ma forse per questo in grado di comprendere cosa passa per la testa dell'omicida.
Cos' ha di anormale Hannibal Lecter? (interpretato da un grande Anthony Hopkins) E' diventato quasi cannibale. Prende a morsi la gente, pare cibarsi di carne umana, che a volte cucina personalmente trasformando il tutto in pietanze prelibate e raffinate, presentate anche in modo elegante, ma la sua aberrazione mentale, di sicuro scaturita e maturata dall'aver frequentato  e curato per anni individui gravemente disturbati, gli permette di entrare nel mondo oscuro e terribile di quelle menti alterate ed alienate e capire alla perfezione il perché dei loro atteggiamenti, comportamenti e delle eventuali deviazioni psichiche che spingono i suoi "clienti" a compiere questi gravi e talvolta rivoltanti delitti. Sia nel romanzo che nel film, nelle gole delle vittime vengono trovati (altre scene dure da digerire!) i bozzoli di una farfalla, emblema di un cambiamento di stato che sta verificandosi nel killer. Infatti, il killer è anche affetto da una crisi d'identità, soprattutto sessuale, che lo spinge a convertirsi da uomo a donna. Non vado oltre con la storia per non rovinare il prosieguo.
Perché ho parlato di questo film e del romanzo da cui è tratto?
Perché quest'opera dovrebbe essere letta, vista e considerata una sorta di bibbia specialmente per la categoria degli psicologi, in particolare quelli italiani, che sembrano invece molto legati e limitati nel seguire la letteratura - che comunque serve per aver un'idea della casistica in materia - piuttosto che i pazienti dei quali, in fondo, conoscono poco e paiono non voler scendere troppo in profondità nel voler capire cosa li disorienta. E' vero che Il Silenzio degli Innocenti è incentrato nella psichiatria, ma lo psichiatra è conseguentemente e necessariamente anche uno psicologo, dunque, uno specialista in menti disturbate che hanno bisogno di essere comprese. Attenzione! Comprese; non per forza curate. Alcuni individui, non del tutto normali, infatti, non chiedono di essere curati o redenti, affermando di vivere benissimo nelle loro "diversità cerebrali" ma solo capiti e capire con maggior esattezza cosa li affligge e perché.  Per il resto, stanno bene dove e come sono.
Uno psicanalista - di cui ora non ricordo il nome - dichiarò, tempo fa che la cura e la eventuale conseguente guarigione di un disagiato psicologico servivano più alla collettività che al disagiato in quanto garanzia del mantenimento dell'ordine nella società.
In altre parole, povere e semplici, il bravo psicologo dovrebbe essere lui stesso un pò "schizzato", almeno quanto basta per saper davvero accedere all'archivio disordinato del cervello del suo paziente. Non è facile ammetterlo ma è così.
Chi sono gli alieni in questo caso?

Più o meno tutti i personaggi da me citati in questo post, una categoria, senza dubbio, fuori dagli schemi e interessante.

venerdì 23 maggio 2014

EUROPA



Domenica 25 maggio si vota per rinnovare il Parlamento Europeo, ma su queste elezioni grava un senso di malcontento, soprattutto in Italia, perché?
Perché quella percentuale di Italiani, che riescono a guardare oltre il loro naso, avvertono quasi un alito di presa in giro da parte degli altri Paesi della Comunità i quali, a volte, paiono "sopportarci" in quanto fanalino di coda dei bilanci economici dell'Unione, senza chiedersi il motivo reale della nostra situazione.
Presto detto. 
Se in principio, dopo il conflitto mondiale, l'adesione dell'Italia a tale progetto era risultato conveniente, ora non lo è più tanto da un pò. Per tener dietro al treno europeo, l'Italia ha dovuto quasi rinunciare - e deve ancora - a molti beni prodotti nel territorio. Si trova a dover buttar via ettolitri di latte, nonché tonnellate di pomodori e frutta per rispettare regole e parametri stabiliti dai "grandi" della Comunità e per non opporre eccessiva concorrenza ad altri Stati produttori degli stessi beni, vedendosi costretta a mantenere prezzi alti di tali prodotti a discapito, specie ora che si trova strangolata da una crisi economica senza precedenti, delle categorie sociali più sfortunate.
Alcuni Stati del Nord Europa poi, hanno trovato il sistema di coltivare prodotti mediterranei in serra, riducendo ulteriormente le nostre esportazioni verso quei Paesi.
In compenso, anche per le sue peculiarità geografiche, l'Italia si trova praticamente a dover assolvere solo obblighi come l'affrontare il pesante afflusso d'immigrazione da ogni dove, con le conseguenze che tale problema apporta alla nostra già disastrata economia.
In parole povere, l'Italia è economicamente quasi all'ultimo posto, ma è al primo a dover togliere le castagne dal fuoco quando queste sono bollenti e intoccabili. Grazie U.E. !!
Allora, che fare?
Uscire dall'Unione?
Non pochi lo auspicano fra cui anche forze politiche nuove ma, in questo, caso ci si domanda: e poi? Con chi facciamo affari? Con l'Africa? Col Medio Oriente? Non contando gli inconvenienti che verrebbero a crearsi nella circolazione all'interno dei Paesi della Comunità.
Sarebbe ora di farci sentire e non rimediare la solita figura dei pecoroni che abbassano la testa e sottostanno silenziosi alle ingiustizie perpetrate nei nostri confronti.
E che dire dell'euro, la moneta unica stabilita nell'Unione?
Ma in questo caso, se svantaggi ci ha portato, tali svantaggi sono dovuti anche alla totale mancanza di controllo interno che avrebbe dovuto essere esercitato nei primi mesi del suo utilizzo. Come purtroppo spesso accade in Italia, la superficialità nelle azioni ha fatto da padrona e noi, ora, ci troviamo prezzi alti dei prodotti e introiti dimezzati, conseguenza di politiche sbagliate ed egoistiche.
Se quest'anno l'affluenza alle urne risulterà scarsa chiediamoci perché. Anzi, no! Sarebbe inutile.




sabato 12 aprile 2014

GLI ALIENI E....L'ISTINTO MATERNO



4o caso d'ipocrisia

Il famoso paletto giuridico - moralista che proibiva la fecondazione assistita in Italia è caduto, evitando in questo modo a tante coppie che non potevano aumentare la famiglia di dover emigrare all'estero per soddisfare questo desiderio.
Decisione indubbiamente civile che mostra un passo avanti compiuto nel nostro Paese a favore di una maggior libertà d'azione, ma che non risolve la questione principale nascosta dietro questa delicata tematica. Fino a che punto il desiderio di maternità, o comunque di mettere al mondo un'altra vita - decisione che, peraltro, va presa in due - è autentico? Quante donne, o quante coppie, vogliono veramente aumentare la famiglia? Se si effettuasse un sondaggio, potendo utilizzare la macchina della verità, i risultati sarebbero meno scontati di quanto possiamo pensare.
"Crescete e moltiplicatevi" predicò molti anni fa la maggior autorità religiosa esistente allora, ma Lui ha potuto dirlo perché all'epoca, sulla Terra c'erano quattro gatti; ora, quest'affermazione suona preoccupante in un pianeta calpestato da ormai otto miliardi di terrestri. Per i rappresentanti e i seguaci del Creatore, sulla Terra c'è ancora posto per molta altra gente, ma si vede che consultano poco atlanti, cartine e mappe di Google per accorgersi che numerose aree del globo non sono abitabili.
Il punto però non è nemmeno questo.
Fisicamente, la donna è predisposta e strutturata per generare la vita e l'istituzione religiosa dà il carico da undici per sottolineare questo suo "dono" iconizzandola come, appunto, fonte primaria biologica senza tuttavia essersi mai chiesta, e averle mai chiesto, se davvero lo volesse. Ben inteso che per secoli, millenni, le donne hanno messo al mondo figli senza porsi molte altre domande, ma la situazione era diversa. Da sempre erano state educate e subdolamente convinte che questo era il loro compito principale, lo scopo per cui esse stesse erano venute alla luce, quindi, per secoli, le nostre ave hanno eseguito questo compito, quasi meccanicamente, automaticamente, ma anche consce del ruolo loro affidato dalla società.
Adesso non è più così.
Adesso, almeno nei Paesi considerati civili, avanzati ed evoluti, per le donne c'è la possibilità di scegliere se volere figli o meno e bisognerebbe che questo vantaggio, acquisito in tanti anni e con tanta fatica, fosse valutato un pò meglio.
In un'epoca come la nostra in cui, fortunatamente (oppure no?), a noi fanciulle si sono socchiuse le porte del mondo lavorativo, la nostra strada è anche arrivata ad un cruciale incrocio: lavoro, carriera, famiglia?
In molti casi, le nostre amiche hanno percorso tutte e tre le strade e ostentano soddisfatte gli esiti. Poi però, sui giornali appaiono titoli legati ad inquietanti episodi avvenuti fra le mura domestiche: tentati (ma talvolta anche consumati) infanticidi, ragazzi che d'improvviso cadono nelle spire degli stupefacenti e dei relativi spacciatori, se non addirittura giovani che cadono dai balconi, o da ponti, in preda a crisi depressive.
Cosa non ha funzionato in questi casi?
Semplice: la donna multitasking ha fallito in un task e, purtroppo, di solito è proprio quello che riguarda il menage familiare. Perché? Perché ha scoperto che è più semplice e divertente amministrare un'impresa che una famiglia. I figli sono più impegnativi dei colleghi di scrivania, e/o dei capiufficio, magari stronzi, ma il background culturale, e la subliminale educazione religiosa che silenziosamente impregna i neuroni degli Italiani impediscono a questi di ammetterlo a costo di farsi scorticare vivi. In altre parole povere, soprattutto in Italia, dove il Vaticano incombe, molte donne non riconoscono di non essere buone madri. Non vogliono. E' quasi una vergogna, un disonore!
Ecco il punto.
L'abolizione del divieto di fecondazione eterologa assistita è stata una buona mossa, ma prima di decidere di essere madri dovremmo sottoporci ad un auto esame di coscienza e rovistare a fondo nel garbuglio dei nostri sentimenti se c'è anche quello del vero amore verso le creature che vogliamo far nascere. Duole dirlo ma, a volte, sembra che molte nostre simili diano alla luce i propri eredi più per emulazione, o per dimostrazione di capacità a procreare, che per reale desiderio di maternità.
Poi ci si lamenta della non eccelsa qualità delle nuove generazioni che crescono nel costante sentirsi in diritto di pretendere e fare ciò che vogliono, approfittando biecamente dei divoranti sensi di colpa che affliggono le madri, spesso impegnate, per volere o per forza, nel lavoro che le tiene fuori casa per diverse ore al giorno, le quali, sfinite dalla giornata lavorativa spesa in mille incarichi, consapevoli del poco tempo a disposizione per la prole, preferiscono capitolare di fronte alla valanga di richieste di attenzione e di beni avanzate dai figli, lasciati alle nonne o alle baby sitters, piuttosto che discutere con essi dell'opportunità di concederle o meno.
Scegliere di essere madri è un diritto, ma lo è anche scegliere il contrario se si scopre che questa condizione può rivelarsi una gabbia soffocante da cui poi è difficile uscirne senza atroci rimorsi e/o rimpianti per una libertà perduta a cui inconsciamente ci si teneva, o per l'impossibilità materiale di esercitare tale ruolo.
In questo caso, gli alieni, o meglio: le aliene, sono coloro che, liberamente, consciamente e responsabilmente, decidono di impostare la loro vita senza dare eredi alla Terra, preferendo diventare manager, o più semplicemente scegliendo di pensare a loro stesse, ai propri sogni, desideri e ambizioni, senza remore e famigerati sensi di colpa, vivendo come meglio credono la loro vera natura.
Meglio una donna, madre mancata ma felice, o meglio una madre, infelice per la scoperta che, in fondo, non avrebbe voluto esserlo?

Amen.