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lunedì 27 maggio 2019

DIAMOCI UNA REGOLATA !








Via Whatsapp, il notissimo programma di messaggistica usato sui cellulari e tablet, qualcuno deposita un post che invita, dal 3 giugno al 9, a boicottare la vendita di oggetti in plastica usa e getta, ma anche altri.


Come al solito, si è passati da un eccesso all' altro: prima, W la plastica, ora, abbasso la plastica; plastica = diavolo. Perché? Perché su Youtube, altro noto software che ospita miliardi di video, ne sono stati caricati un certo numero che mostrano le superfici idriche del pianeta, coperte di rifiuti plastici galleggianti a isole grandi quanto l' Elba italiana. Anche in certi punti insospettabili delle grandi distese marine, nei pressi di prestigiose località turistiche, bottiglie, scatole, contenitori di vario genere coprono chilometri di oceano raccapricciando chi le incontra. Per non parlare della fauna marittima che sta correndo seri pericoli di indigestione di plastica la quale si deposita anche giù, nei fondali, traendo in inganno i poveri animali acquatici, non sempre e non tutti in grado di distinguere ciò che è commestibile da ciò che non lo è.


Stessa sorte, ahinoi, tocca anche alla fauna alata, buona parte di essa assidua frequentatrice di specchi d' acqua. Ma prima d'ora, nessuno, sulla Terra, sembrava essersi accorto di questo disastro ambientale, oppure, chi lo aveva scoperto, forse, era stato messo a tacere per non turbare la vita di certi posti rinomati e le tasche gonfie di molti grossi industriali, arricchitisi a dismisura con il miracoloso materiale?

Tuttavia, il punto non è questo.


La plastica si è affacciata nella nostra vita molti anni fa, accolta con entusiasmo per la sua struttura robusta, resistente, nello stesso tempo duttile e flessibile, ideale per fabbricarci tanti oggetti utili alla vita domestica di ognuno di noi e non solo alla vita domestica. Ricordate i medici e gli infermieri che dovevano bollire le siringhe ad ogni utilizzo? Poi, nel mercato sono sbarcate le siringhe in plastica, monouso, ed è stata la svolta. Più pratiche ed anche più igieniche. Peccato che poi siano passate nelle mani sbagliate dei tossici, incrementando esponenzialmente l' uso di additivi chimici, ma questa è un' altra storia.

Ed ora?


Ed ora marcia indietro, si tirano i freni fino a che ci restano in mano perché... non perché se ne sia consumata troppa - forse anche per questo motivo -, bensì perché la sua natura di usa e getta ha provocato uno smaltimento selvaggio e scriteriato che sta procurando alla Natura  (con la "n" maiuscola!) danni incalcolabili ed inestimabili. Ma non per questo ci si deve rinunciare, tanto più che una massiccia riduzione di produzione del materiale inciderebbe in modalità pesantissima su un' economia mondiale in manifesta crisi già da diversi anni.

Dunque, che si fa?


La plastica è durevole nel tempo, quindi, si trasforma e si ricicla senza tante tragedie.

Qualche esempio passato di riciclo?

- gli indumenti di pile, tessuto ricavato dalle bottiglie di plastica, caldo ed impermeabile.


Qualche esempio di uso recente e luminoso?


- in uno Stato Africano, la popolazione usa bottiglie di plastica vuote e lattine di birra per costruirci le imbarcazioni;






- in Italia è stato scoperto che la plastica, unita al grafene, costituisce un ottimo prodotto per l' asfalto delle strade;





- in Ungheria, con la plastica sono state costruite mattonelle per la pavimentazione di marciapiedi, munite di sensori che producono energia per l' illuminazione delle vie sfruttando i passi umani.




Insomma, sarebbe meglio non lasciarsi prendere dal panico e valutare con raziocinio gli innumerevoli impieghi di questo buon materiale senza sconvolgere gli equilibri economici del pianeta.


Il mio non vuole essere un inno di lode alla plastica ma, più semplicemente, un invito a recuperare quel poco di buon senso che, purtroppo, mi pare in allarmante via d' estinzione, insieme con molte specie di animali che stanno pagando a caro prezzo l' incoscienza e la superficialità umana..


Per l' ennesima volta siamo di fronte all' annosa diatriba della scelta fra tutela del'' ambiente e progresso, in cui il secondo non può essere fermato, pena: la fine dell' evoluzione e del globo. L'ambiente va di sicuro preservato, conservato e protetto, ma non è possibile dire no a qualunque passo sia compiuto al fine di garantire una vita decente all' umanità che già non se la sta cavando molto bene. Altrimenti che si fa? Si rinuncia alla tecnologia, nella cui fabbricazione, tra l' altro, viene impiegata una grande quantità di plastica?


Di certo la scelta è difficile, tuttavia, credo invece sia possibile portare avanti entrambe le situazioni: progresso e tutela dell' ambiente. Come? Se ci guardiamo bene intorno, a volte, la Natura stessa ci suggerisce buone idee per salvare capra e cavoli. E' di poco tempo fa la notizia della scoperta di una sostanza, ricavata dalla cera delle api, che costituirebbe un' ottima alternativa alla plastica nella fabbricazione di contenitori da trasporto quali, per esempio, i sacchetti per la spesa, nonché alcune vettovaglie usa e getta, come le posate, originando in questo modo una categoria di oggetti biodegradabile, quindi non inquinante.


E poi, crediamo davvero che l' inquinamento e la distruzione della natura sia una sciagura dei nostri tempi? Il disboscamento senza scrupoli è cominciato millenni fa allorché gli antichi popoli deforestavano aree vastissime per recuperare la legna con cui costruire le navi al poco nobile scopo di farsi la guerra l' uno contro l' altro. Ce lo dimentichiamo?


La Natura stessa non inquina quando i vulcani esplodono immettendo nell' atmosfera tonnellate di gas tossici? Per farla breve, scontro Uomo - Natura: 1 - 1, palla al centro. Cerchiamo di non essere ipocriti e di non guardare solo quello che ci fa comodo, o che gli influencers del momento ci orientano a guardare per farsi belli e attirare l'attenzione. Adoperiamo bene i nostri neuroni, evitando di seguire il gregge. .


Quanto a me, fra il 3 ed il 9 giugno, se l' iniziativa sarà messa in pratica, continuerò ad acquistare articoli in plastica conservandoli in casa e destinandoli ad altri scopi.