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venerdì 11 giugno 2021

COMPLOTTI E COMPLOTTISTI

 CI VOGLIONO TUTTI MORTI?

Riflessione semi-seria 

su ciò che sta avvenendo 

in questi ultimi mesi


Più passa il tempo, meno i conti mi tornano, Su cosa? IL Covid.

La versione che corre di bocca in bocca sussurra un possibile complotto.

1) Il Covid è un virus creato intenzionalmente in un laboratorio della lontana provincia cinese di Wuhan ed è stato in seguito diffuso, sempre con intenzione, nel mondo per … svuotare il pianeta? Se cosi fosse, chi ha ideato questo piano assassino non ha effettuato buoni calcoli.

Il virus è circolato rapidamente fra gli abitanti del globo ed ha infettato un sacco di gente, ma i morti sono solo 3 milioni e rotti, pochi a confronto dei quasi 8 miliardi di esseri umani che calpestano il suolo della Terra. Dunque? Se qualcuno, ai piani alti, voleva più spazio intorno a sé non ha valutato correttamente le conseguenze, pertanto possiamo pensare che, forse, l’ intento non era quello di far largo sulla tormentata superficie terrestre. Ma se l’ intento non era la strage, per cosa è stato sparso il virus in giro? O è stato solo un caso?

 

2 ) In questi ultimi due anni in cui il Covid è stato protagonista della scena mondiale  la comune influenza che ci teneva compagnia per tutto l’inverno, tutti gli anni, sembra essere scomparsa dalle nostre vite per cedere lo scettro al Coronavirus senza sapere che il ceppo originario è lo stesso. Anche il virus della comune influenza pare appartenere alla stessa famiglia; il Covid è solo un po’ più pesante. Infatti, sfocia spesso in una polmonite, cosa che accade anche con la comune influenza soltanto se questa viene trascurata dal malato.

Il Covid può essere curato? Certo! Sono stati trovati i farmaci ad hoc e, dopo i primi mesi di panico assoluto, alla fine di una teoria di decessi, i colpiti han cominciato a guarire permettendo ai sani di tirare un sospiro di sollievo. Il Covid non uccide! Se ci si ammala, se ne esce; un po’ acciaccati, ma se ne esce. Il Covid non è mortale. Non solo. Diversamente da come è stato fatto credere, non è neppure facile contrarlo. Non è trasmesso da uno starnuto o un colpo di tosse, bensì in determinate condizioni e situazione. Ma questo viene taciuto. La gente DEVE aver paura di ammalarsi, quindi, tutti chiusi in casa e, fuori, indossando sempre una mascherina di protezione il che è, comunque, una saggia misura preventiva contro il rafforzarsi del contagio e contro l' inquinamento atmosferico. Il resto è leggibile su altri miei post sottostanti.

 

3).  Se chi, ai piani alti, voleva il genocidio non avrebbe consentito l’ impiego dei vaccini, lasciando, al contrario, i propri simili morire come mosche. Invece è arrivato il vaccino, anzi! I vaccini! Già, perché, ritornando ai tempi della nostra giovinezza, ricordando quelli a cui ci sottoponevamo per poter frequentare la scuola, di vaccini ce n’era uno solo per ogni malattia, o gruppo di malattie: il famoso trivalente (difterite, tetano, ipertosse), vaiolo e polio. Non c’erano Astrazeneca, Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson. Non ricordo nemmeno se avessero un nome. Forse lo avevano ma, all’ epoca, non ci siamo mai preoccupati di saperlo. Il vaccino prendeva in prestito il nome della malattia che combatteva.

 

4) Il Covid è partito dalla Cina ed è stato diffuso per motivi politici. Lo scopo è di imporre il Comunismo nel mondo. Questa è enorme! L’umanità si dovrebbe piegare ad un governo totalitario, di tipo popolare, con la paura di morire per un virus? Che fantasia!

 

5) Il Covid è stato sparso nel mondo per favorire, in un secondo tempo, la produzione e la diffusione dei vaccini attraverso i quali viene iniettato anche un microchip il cui utilizzo è mirato ad un più facile controllo generale delle masse. In poche, altre, parole povere, grazie al microchip, il gruppo ai piani alti può conoscere i fatti nostri e indirizzarci verso usi, costumi, consumi e prodotti definiti,  privandoci pian piano della nostra capacità di scelta. Anche questa non è male! Ma nel delirio qualcosa di vero c’è, però non è nel vaccino. Non è solamente li. Il controllo globale delle masse, se è in funzione, è stato applicato già nell’ averci indotto ad un più intenso utilizzo della tecnologia promuovendo il remote working, didattica a distanza, videoconferenze e tutte le attività da svolgere in rete, metodo indubbiamente efficace per sapere cosa facciamo ogni istante della nostra vita. E via complottando.

Cosa fare per evitare di diventare trasparenti ad occhi indiscreti? Spegnere tutti i dispositivi che aprono le nostre porte alla realtà virtuale e tenerli spenti per sempre? Basterebbe? Se con una piccola, veloce iniezione veniamo marchiati, non credo proprio. Sempre che tutto ciò sia vero.

 

6) Oltre a morire – prima – di Covid 19, ora la gente muore anche a causa del vaccino contro il virus. I vaccini sono pericolosi. I vaccini sono velenosi. Provocano effetti collaterali devastanti, talvolta letali. Allora ai piani alti la volontà è solo quella di uccidere tutti, o almeno molti, senza eccessiva fretta, per lasciar credere altro alle potenziali vittime dell’ecatombe. Infatti, in aggiunta agli effetti collaterali dannosi, l’ ultima scoperta è che sono stati compiuti errori nella fase pratica di somministrazione del vaccino. Ogni flacone di esso dovrebbe essere impiegato per vaccinare 4, 5 persone mentre invece è “sparato” ad una sola. Ti credo che poi i vaccinati stanno male o muoiono! Ma anche questo è un caso? O l’errore è voluto per ampliare il parterre dell’ eccidio?

Insomma, il campo delle ipotesi sull’ invasione del Covid 19 è vastissimo e ci si può divertire in tutti i modi a costruire intere metropoli di supposizioni su come qualcuno vuole, e sta riuscendo, a renderci la vita difficile.

lunedì 26 ottobre 2020

RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI E AGGIORNAMENTO SU COVID19

 



26 ottobre 2020

 

Ci risiamo.

Dopo circa 5 mesi di "libertà", e forse proprio a causa di questa, siamo prossimi ad una nuova chiusura benché meno stringente di quella primaverile. Di nuovo divieti, di nuovo limitazioni ai movimenti in quanto la libertà aveva allargato di molto le maglie del permissivismo. Si poteva andare dove si voleva e le protezioni anti-virus  erano da indossare solo nei luoghi chiusi a rischio assembramento. Tutti noi abbiamo fatto un po' il nostro comodo, il Covid si è sparso, i contagi sono schizzati alle stelle ed è stato giocoforza rimettere il popolo in carreggiata.

Il guaio però è che, con maggiore libertà d'azione l'economia aveva ripreso fiato e alcune categorie di attività erano anche ripartite bene, grazie ad un'estate calda e soleggiata che ha favorito le uscite diurne e notturne di vacanzieri e residenti.

Pochi hanno varcato i confini italiani e molti hanno riaperto le case di villeggiatura nei luoghi di mare e montagna in cui hanno trascorso le loro vacanze del 2020, dopo anni di vagabondaggi fuori confine.

Risultato: in alcuni posti rinomati, ma anche meno, sono stati registrati pienoni da anni '60 o '80, con le vie intasate di traffico automobilistico. Bene.

Nonostante ciò, il turismo è stato forse il settore economico che più di tutti ha risentito di questa strana annata, trascorsa fra le "mura domestiche" italiane.

E negli altri versanti?

Non è andata alla grande. Anche il commercio ha sofferto di cali vistosi nelle vendite. Il lockdown primaverile ha svuotato le tasche degli italiani, frenando l' entusiasmo negli acquisti.

Il famoso, tanto strombazzato, "smart workingsembra finalmente essere decollato pur con ancora molte perplessità, soprattutto nel fronte scuola, con la didattica a distanza che non ha dato gli esiti sperati e desiderati. Ricordo che lo smart working NON è il lavoro a distanza. E' la modalità di lavoro "intelligente", scaltra, ovvero, ben strutturata, che produce tanto con poco sforzo. Il lavoro a distanza è remote working, cioè, lavoro in remoto, dunque via Internet, eseguito con mezzi elettronici, ed è un elemento dello smart working. 

 Si, è vero:insegnare a distanza non è poi tanto facile come forse molti credevano. Ma è possibile. Basta solo sapersi organizzare usando i dispositivi informatici come devono essere usati. Non occorre essere genii in campo, né dotati di lauree specifiche. Occorre solo saper usare gli strumenti a disposizione per questa nuova modalità operativa, e non è difficile. I nuovi dispositivi sono semplici e alla portata di tutti. Anche i bambini sono forniti di smartphones e sono in grado di manovrarli con estrema disinvoltura, molto più dei "grandi".

Solo un particolare: le nuovissime generazioni, fino all'età di vent'anni, si sono dimostrate molto meno abili coi computers. Forse perché sono nati con i cellulari, diversamente dalla nostra generazione (dal 1950 in qua) che ha incontrato i computers lungo la strada e ha imparato ad adoperarli partendo dai primi modelli a parete, i famosi calcolatori elettronici, adornati di cavetti e lucine, che coprivano almeno tre pareti di una stanza. All'epoca era roba da fantascienza, visibile solo in certi film di genere.

In ogni caso, non importa. L' importante è cominciare e l' inizio, grazie al Cielo, c'è stato. Ci si augura che questo sistema continui. E non è assolutamente vero che il lavoro a casa, e da casa, isoli. L'eventuale isolamento è voluto dal singolo il quale ha evidente difficoltà nelle relazioni col prossimo. Succede. Per chi è socievole ed estroverso non ci sono monitors o muri che possano ostacolare la propria esuberanza.

Il mondo della scuola, però, funziona in maniera lievemente diversa. Specialmente alle elementari, i piccoli, appena usciti da casa e dalle coccole materne, cercano in classe la stessa calda e accogliente atmosfera che respirano all' interno delle loro dimore. Cercano contatti fisici con le maestre, mamme a tempo durante le lezioni. 

E la faccenda si fà più difficile e delicata. 

Un computer non è la mamma, né la maestra, e vedere la maestra sullo schermo di un portatile non ha lo stesso effetto che ha poterla toccare o perfino abbracciare. Pare incredibile, ma anche una maestra avverte la stessa mancanza di quel fantastico rapporto umano che instaura con i suoi piccoli allievi.

Rovescio della medaglia dello smart working: questo metodo potrebbe contrarre posti di lavoro, necessitando meno personale che svolga i vari incarichi. Ma non è ancora detto. Lo si potrà constatare allorquando questo nuovo modo di lavorare sarà entrato a pieno regime.

Tuttavia, il punto nevralgico è proprio qui: il lavoro, che, comunque, non c'è, e il denaro, che è venuto a mancare nei portafogli e nei conti correnti dei nostri compatrioti, specie in quelli di commercianti e liberi professionisti, le categorie di lavoratori che campano solo con gli introiti delle loro attività, senza poter contare su un reddito fisso.

Come risolvere la questione? Il governo e gli enti previdenziali sono intervenuti a cercare di tappare la grossa falla con provvedimenti tappabuchi last minute, simpaticamente, - e con una discreta dose di sana ipocrisia - denominati bonus

Invero si sono scatenati: bonus per affitti, spesa, addirittura acquisto di biciclette e monopattini, riparazione di vetture, case e tutto ciò che è riparabile; equipaggiamento elettronico per remote working e didattica a distanza, e chissà cos' altro sarà inventato per rimpinguare le magre sostanze finanziarie, ulteriormente depauperate da mesi di immobilità forzata. 

Eh già! 

Forse è una mia balzana idea, ma questi interventi hanno l' aroma di una sorta di nemesi sopraggiunta inaspettata per chi ha peccato di appropriazione indebita di ricchezze altrui. 

Per dirla in breve e parole semplici, I precedenti governi Italiani hanno sottratto per anni denaro pubblico, denaro nostro, degli abitanti nello Stivale, sotto forma di inique e, spesso, inutili tasse ed imposte che NON ci sono tornate indietro sotto forma di servizi ai quali avevamo pieno diritto, e che abbiamo dovuto pagare, oltre ad aver visto i nostri soldi sparire in misteriosi e profondissimi baratri senza fine. Che ora i rei debbano restituire la refurtiva in veste di contributi per far ripartire l'economia prima che il Paese soccomba in una crisi senza precedenti? Sarebbe divertente, nonché di grande soddisfazione per noi.

E' un'idea, eh!  

 

Ultimo punto: la protezione sanitaria individuale. E' raccomandato fino alla nausea di indossare le mascherine, sebbene un buon numero di medici non le veda di buon occhio e non le ritenga una barriera abbastanza garantita contro il contagio , tuttavia, un dato è sicuro: non si sa se ci salveremo dal Covid, ma di certo ci ammaleremo molto meno di raffreddore ed influenza. 

Che non è poi male del tutto !