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giovedì 30 marzo 2017

ESSERE CONSIDERATI GENI E' RISERVATO SOLO A CHI E' BRAVO COI NUMERI?




Archimede, Galilei, Newton, e ai nostri tempi, Einstein, Nash, Hawking, tralasciando, forse ingiustamente, altri nomi illustri della scienza in tutti i campi, sono considerati geni, perché? Perché sono bravi coi numeri? Intendiamoci: tanto di cappello a questi nostri simili che sguazzavano fra formule matematiche, fisiche e chimiche come pesci nell' oceano se penso che io ed i numeri abbiamo sempre camminato su binari paralleli i quali non si sono mai incontrati e probabilmente non si incontreranno mai, ma cosa dire invece di chi ha usato i suoi neuroni e le sue sinapsi per creare cose fantastiche in altri campi che non siano seminati a cifre?



Leonardo da Vinci, beato lui, era ferrato in tutti i campi dello scibile: dalla scienza, all'arte, e anche nella letteratura ma, tornando indietro nel tempo, cosa dire del Sommo Poeta Dante Alighieri che ha scritto la Divina Commedia (ok, voci di corridoio sussurrano che non l'abbia scritta con la mente del tutto libera, ma non è confermato e non è neppure un dettaglio rilevante!) in cui ha inventato di sana pianta - pescando info nelle Sacre Scritture - ben tre regni ultraterreni con tanto di scenografia, personaggi (realmente esistiti), situazioni, pensieri, sentimenti e sensazioni, regalando al lettore immagini indimenticabili, descritte in versi altrettanto memorabili che sono divenuti quasi dei tormentoni?


Manzoni ci ha fatto fremere con il suo romanzo romantico/storico raccontandoci le vicende di Renzo e Lucia; Leopardi ci ha fatto sognare e pensare con i suoi versi intensi, quasi palpabili, sebbene tristi; Giulio Verne, nei suoi "viaggi" fantascientifici, è stato profetico e infine Talkien, nel suo monumentale Signore degli Anelli, ha saputo costruire un intero universo, collocato in un'altra dimensione, con una geografia propria, una struttura sociale e politica se proprio vogliamo vederla in questi termini, narrandoci le avventure fantasy di Frodo ed i suoi amici nel tentativo disperato di disfarsi di un oggetto che potrebbe distruggere quel mondo fantastico. 

E ancora, cosa vogliamo dire di chi scrive thrillers? Un thriller può essere di amministrazione ben più difficile di un mare di formule matematiche in quanto la trama è faccenda scientifica. Alla fine tutti i conti devono tornare perfettamente e leggendo alcuni romanzi gialli, il lettore si trova spesso a chiedersi come l'autore riuscirà a sbrogliare una matassa che, a volte, è più ingarbugliata di una rete da pesca zeppa di nodi. 

Il Grande Sonno di Raymond Chandler è un intrico pazzesco di fatti che però, al termine, si sdipana in un finale che non fà una piega se si capisce cosa succede prima. 

E come non menzionare il geniale e perfetto meccanismo narrativo, congegnato da Umberto Eco nel suo Nome della Rosa, giallo passato poi al cinema con successo universale, e infine alla Storia della narrativa e letteratura di molti tempi? Ambientata nel Medioevo più oscuro, la vicenda è rischiarata tuttavia dal cervello sopraffino di Guglielmo da Baskerville che riesce a violare la labirintica biblioteca del convento in fondo alla quale si nasconde l'assassino, risolvendo l'enigma dell'ingresso e i tanti altri enigmi che Eco si è divertito a sciorinargli in tutta la trama del romanzo. 




E come dimenticare il fantastico meccanismo "a orologeria" di Assassinio sull' Orient Express e 10 Piccoli Indiani di quel genio femminile nota al mondo col nome d'arte Agatha Christie? Alzi la mano chi pensa che avrebbe potuto fare di meglio !


Non è da meno il nostro Andrea Camilleri che muove il suo Montalbano in situazioni piuttosto complicate, partendo, a volte, da dettagli, all' iniziale apparenza, poco importanti, conducendo il lettore, a piccoli passi, verso l'impeccabile soluzione finale attraverso i meandri delle indagini, non di rado piuttosto tortuosi.

 

Chi realizza film per il cinema e chi inventa ed elabora gli effetti speciali per esso non merita di essere considerato un fenomeno nell'emozionare lo spettatore proiettandolo in una dimensione onirica, cancellandogli per un paio d'ore la sconsolante realtà in cui è costretto a vivere?



Onore a chi nuota agilmente fra i numeri, ma nell'elenco delle menti illuminate io inserirei anche chi ci fa sognare con le parole, impresa, secondo me, ancora più difficile. Due più due fa quattro anche per un quasi analfabeta, ma scegliere e collocare le parole nel modo giusto per regalare emozioni non ha prezzo, né rivali. E' come scrivere una partitura musicale. Le note devono susseguirsi per creare una melodia perfetta e gradevole.

Anche questa, se vogliamo dire, è una scienza.

W gli scrittori !

Nemmeno loro possono essere presenti nelle liste di persone normali o, almeno, comuni.


Anche loro, a loro modo, sono alieni.

lunedì 14 dicembre 2015

POTERI, MAGIE E CHIACCHIERE










  Al mondo esistono due forze praticamente indistruttibili: la paura e la suggestione, ed in alcuni casi queste due forze si incontrano e si fondono generando fenomeni inimmaginabili che paiono paranormali ma, come amava recitare il simpatico Ezio Greggio nel corso di una trasmissione televisiva memorabile come Drive in: bada ben, bada ben, bada ben, sono normalissimi.

   Procediamo per ordine.

  Se torniamo indietro nel tempo e andiamo a sfogliare il Grande Libro della Storia scopriamo che queste due forze sono state usate molto più spesso di quanto pensiamo e purtroppo, sovente, da persone che le hanno adoperate per assoggettare del tutto intere popolazioni, se non addirittura interi popoli, proponendo a questi ricchi premi e cotillons oppure la discesa agli Inferi, fra atroci tormenti, nel caso questi non avessero ubbidito alle discutibili, talvolta folli, leggi emanate da chi aveva deciso che da quel momento in poi si sarebbe fatta la loro volontà.

  Pensiamo innanzi tutto a chi aveva in mano il potere divino, La Chiesa, che ha terrorizzato intere generazioni per secoli, con la Spada di Damocle dell'Inquisizione che imponeva l'adorazione e la fede cieca in Dio e soci, dunque l'abiura a qualsiasi altra forma di idolatria, tacciandola per stregoneria (beh .... diciamo la verità: qualche volta si è trattato proprio di stregoneria!). La paura di finire davanti al Tribunale del Santo Uffizio e poi nelle camere di tortura era così tanta da indurre qualcuno, debole, al tradimento ed alla delazione a danni del suo prossimo anche vicino moralmente ed affettivamente parlando. Ergo, la paura condiziona la mente umana al punto da portarla a credere a cose invisibili pur di sottrarsi a qualunque minaccia di sofferenza fisica o morale.

   Per contro, la stessa Chiesa, imponendo la stessa fede, ha soggiogato abilmente e pacificamente i credenti operando in giro per il pianeta i miracoli delle visioni divine, specie quelle della Santa Vergine apparsa a moltitudini di fedeli, convinti che Maria fosse veramente scesa in terra, anche sotto  forma di spirito per parlare a loro, non sapendo - ovvio - neppure il clero stesso che quelle apparizioni possono effettivamente manifestarsi ma non in conseguenza di una sortita dell'anima in questione fuori dai regni ultraterreni. Vedere alla voce "Madonna di Merdjugorje" per assistere all'apparizione della quale centinaia di migliaia di persone si radunano quasi ogni giorno in un grande spiazzo davanti ad una grotta nella ormai nota località della ex Iugoslavia, certe della sua comparsa, senza avere il minimo sospetto che sì, la Madonna compare ma non proveniente dall'oltretomba bensì dalla materializzazione di una fortissima energia sprigionantesi dalla concentrazione di centinaia di migliaia di menti tutte focalizzate sullo stesso pensiero: vogliamo vedere la Madonna!, probabilmente guidate da una sorta di "master" che ha avuto, e che ha abbastanza tempo per allenare il potere fino a raggiungere il famoso 50% del suo utilizzo, unito ad una notevole faccia tosta e da un buon carisma tale da ricoprire con diritto il ruolo di trascina-popoli.

   Tuttavia, senza bisogno di tuffarsi in esempi violenti e sanguinari, o illusori e prodigiosi, ci si può benissimo spostare nel morbido e senza dubbio più invitante messaggio luminoso e positivo - così viene presentato -,  molto in voga in questi ultimi anni, della New Age, fondato sull'affascinante principio di una "luce" interiore, che esce da ciascuno di noi - o da chi si pensa ne sia fornito naturalmente più di altri - e che, espandendosi, estende i suoi benefici raggi anche ai vicini.

   Le discipline orientali sono basate molto sulla meditazione, sulla presa di coscienza di se stessi e, di conseguenza, - cosa importante - sul "lavoro" che si compie sulla nostra mente per stimolare ed aumentare l'autostima. La loro filosofia e la conseguente pratica di essa ha cinquemila ed oltre anni di vita e da diverso tempo (anni'70) è trionfalmente approdata anche nel mondo occidentale che ora, stretto nella morsa della crisi economica, spera in esse, se non come soluzione alla crisi, almeno come palliativo, panacea, velo di Maya per evadere, illudersi e star meglio per qualche ora.

   Ma il tutto converge in una verità scientifica e cioè quella dell'esistenza dimostrata di un potere, di una facoltà mentale, psichica insita in tutti noi comuni mortali niente affatto paranormale che, se opportunamente allenata ed esercitata, ci permetterebbe davvero di compiere miracoli. Basterebbe solo, soprattutto a noi occidentali, sempre in movimento, sempre in corsa verso qualcosa di spesso irraggiungibile, riuscire a trovare il tempo di dedicarsi a essa, a concentrarsi su di essa come invece sono capaci di fare gli orientali, di potenziarla et voilà! I miracoli sono possibili senza andare a cercare chissà quale stregoneria - che talvolta è reperibile anche nell'uso di sostanze non molto legali - o strane e complicate pratiche, sovente insegnate da "maestri" che per trasmetterle a noi chiedono cifre non indifferenti, alla faccia dello spirito missionario.

   In questi ultimi giorni io ho avuto la prova concreta che questo potere esiste sul serio.

Ed io credo solo a questo.

venerdì 3 aprile 2015

E' PASQUA !!



Pasqua, per i Cristiani festa della Resurrezione di Cristo.
Per i "fratelli maggiori ebrei" , festa di passaggio, della liberazione dalla schiavitù e, sul calendario, spesso non coincide con la nostra. A volte non cade neppure di domenica.
Torniamo a noi Cristiani.
Quando la Bibbia è stata redatta, scienza e tecnologia non erano neppure ai loro albori e le popolazioni di quell'epoca, sia quella ebraica, sia la nostra, erano sovente perfino analfabete, quanto meno, l'ignoranza in cui vivevano era abissale e ciò che è descritto e riportato nelle Sacre Scritture era veramente....vangelo, quindi, largo alla fede cieca in esse e all'immaginazione. In ogni caso, l'evento in sé è suggestivo.
Dopo essere stato straziato nel corpo da flagello e croce, un uomo muore e risorge, si dice, per salvare l'umanità intera. Non vi è dubbio: c'è di che festeggiare.
Ora invece, non solo la scienza e la tecnologia sono una realtà concreta ed oggettiva ma, negli ultimi tempi, entrambe hanno compiuto passi da gigante, per di più in un tempo relativamente breve, specie negli ultimi dieci, vent'anni, e i loro esponenti stanno divertendosi a smontare tutti i miti ed i prodigi del Libro dei Libri. In altre poche, povere e semplici parole, gli studiosi di fenomeni, fino a poco tempo fa ritenuti sovrannaturali ed inspiegabili, cominciano a trovare spiegazioni neppure tanto difficili da comprendere anche ai "non addetti ai lavori". In breve, anche la resurrezione di Cristo non sarebbe né tanto sovrannaturale, né ancor meno inspiegabile, tuttavia, se anche si trovasse la spiegazione scientifica, - e lo assicuro, c'è - il fatto in se stesso è ugualmente interessante.
Il punto però, è un altro.
"Siate umili" predicava chi si proclamava il Figlio di Dio.
Viene da dire: senti da che pulpito parte la predica!
Fra l'altro, se veramente l' ha dichiarata (la paternità) sarebbe contravvenuto ad una delle regole della sua fede originaria che vietava il vanto dei propri meriti, attirandosi in questo modo, come infatti è accaduto, le antipatie del proprio popolo e dei sapienti che lo hanno accusato di empietà e di superbia, uno dei 7 vizi capitali. Ma Cristo non è stato condannato a morte per questo motivo, o almeno non solo per questo.
Il nostro aveva cominciato a diffondere un nuovo modo di pensare che si basava su principi rivoluzionari come il perdono e la tolleranza (appresi, forse, in India o in zona induista e Buddhista durante i famosi 18 anni di "buco" della sua vita? Chi lo sa!) in un'epoca e in una società - quella ebraica - come quelle in cui viveva, nelle quali dominava il concetto della vendetta perfino divina. Il dio ebraico non perdonava e si vendicava sull'empio, su colui che faceva del male a se stesso e, soprattutto, al suo prossimo. Per lui le cose non stavano in quel modo e la faccenda dava fastidio ai capi del credo di Javeh.
O forse la ragione non era nemmeno questa ma tutto un insieme di fattori che urtavano la suscettibilità di quei personaggi, e che lo hanno reso comunque un individuo "scomodo", da eliminare. Cosa dire, per esempio, dei famosi miracoli che già operava da bambino, ma in cui, ritornato nelle terre natie, giovane adulto, sembrava essersi ulteriormente specializzato, addestrandosi probabilmente, sempre durante i suoi spostamenti nell'area magica ai piedi del Tibet o nei suoi altipiani, negli anni del "buco" temporale nella sua biografia, apprendendo e perfezionando le tecniche dai guru di quei luoghi tranquilli e sereni, pregni di vera spiritualità, il tutto unito da un'autostima da vendere di cui era naturalmente dotato, e che forse aveva rinforzato con particolare relativo allenamento?
Roba da far scoppiare le vene per l'invidia (sempre a proposito di vizi capitali)!
Solo che per levarselo dai piedi, i suoi poveri, ignoranti ex correligionari hanno scelto una modalità completamente sbagliata, regalandolo alla Storia in veste di martire, facendo si che fosse ricordato nei secoli dei secoli fino ad oggi e, probabilmente ancora nel futuro fino alla fine del nostro pianeta e del Sole attorno al quale gira, adorato e glorificato, attirando odio sugli artefici di tale misfatto, anche questo perdurante nel tempo a dispetto del gesto vanamente risolutivo di un pontefice - Giovanni Paolo IIo - che qualche anno fa si è recato al tempio del culto ebraico per cercare di porre termine alla diatriba millenaria del "sono stati gli Ebrei ad uccidere Nostro Signore". Se per toglierlo di mezzo, i seguaci di Javeh avessero scelto una via più semplice e meno spettacolare come una solenne semplice lapidazione o una ripassata di botte (non è escluso che anche Pilato l'avesse capito; infatti, al momento di comminargli la pena della flagellazione, tiene a raccomandare che non sia ucciso), forse non dico che sarebbe stato dimenticato ma non avrebbe avuto tale e tanto clamore come invece ha avuto, specie fra chi lo aveva seguito e lo segue tuttora con mai vacillante fede. Il film "La Passione", di Mel Gibson, si conclude con un Haifa costernato e sgomento che, di fronte alla croce sulla quale Cristo ha appena esalato l' ultimo respiro (lo ha veramente esalato?) in aramaico, esclama: "Cosa abbiamo fatto !"
Appunto: cosa avete fatto?
Oltre ad aver condannato un uomo a morte, a quella morte, vi siete dati la più memorabile zappata nei piedi che essere umano abbia potuto darsi nel corso della Storia dell'umanità.
E noi Cristiani, invece di odiarvi, potremmo dirvi "grazie!".