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mercoledì 4 febbraio 2015

CATTIVI SI NASCE?






Il celebre filosofo francese illuminista Rousseau sosteneva che l'Uomo nasce buono poi col crescere si incattivisce.
A chi attribuire la colpa di tale inasprimento di carattere? Alla società? In effetti, in molti casi la società diventa una specie di parafulmine che raccoglie tutta la scontentezza degli esseri umani i quali non sempre possono prendersela con i governi dei Paesi in cui vivono (l'Italia è uno di quei Paesi che può permetterselo) e devono trovare un altro capro espiatorio che si prenda la responsabilità di tutte le cose che non vanno.
Indubbiamente la società gioca il suo ruolo pretendendo da chi la frequenta - cioè tutti noi - atteggiamenti e comportamenti che spesso violentano la vera natura dell'Uomo costringendolo a vivere situazioni che non piacciono ma che deve affrontare e sostenere in nome della convivenza pacifica e civile, la quale, sovente, sfiora l'ipocrisia se non addirittura ci (si) immerge dentro fino al collo.
L'inacidimento dell'animo umano poi, si aggrava in certi individui, forse particolarmente sensibili e/o vulnerabili e/o fragili, a causa della mancata accettazione, del mancato adattamento e/o dell'impossibilita, o incapacità di cambiare tali situazioni.
In sintesi: chi si alza la mattina, imbraccia un'arma, stermina la famiglia, o una famiglia, oppure compie genericamente una strage, e lo fa perché non gli piace il mondo, lo vorrebbe diverso ma vede che non è in grado di cambiarlo, o non gli è obiettivamente possibile farlo, dà i numeri, è matto di suo o ha sbroccato? Alcuni fatti che accadono lo lasciano istintivamente pensare. Certi crimini efferati portano noi, cosiddetti "normali", a commentare fino a quali livelli la crudeltà umana può spingersi sia nelle modalità in cui essa si manifesta, sia negli scopi che vuole raggiungere, sia nella tipologia dei suoi obiettivi - nei casi in cui questi vedano coinvolti i bambini o gli animali - senza tuttavia chiederci il perché questi crimini siano effettivamente stati compiuti. Oppure ce lo chiediamo ma non diamo il giusto tempo alle risposte di arrivare a noi chiare ed esaurienti. Si, perché se dessimo questo tempo, le risposte giungerebbero, appunto, chiare ed esaurienti in quanto tutto, anche le cose più strane ed assurde, ha una spiegazione.

Alcuni esempi pratici:
handycap e aspetto fisico:
E' veramente facile accettare un handycap fisico leggero o grave che sia? Mi è giunto alle orecchie di no. Mi è giunto alle orecchie che, in realtà, nonostante le apparenze - i sorrisi e gli atteggiamenti rassegnati in pubblico (molti dicono: avrebbe potuto andare peggio!), -  in privato, gli interessati bestemmiano come scaricatori di porto maledicendo il Pantheon, la famiglia o il DNA per non aver fatto un buon lavoro e alcuni crimini, commessi anche in passato, hanno avuto come autori persone colpite da handycap fisici o mentali, segno questo di profonda rabbia repressa per non essere come gli altri. Si, perché, nonostante si parli sempre di parità fra normo - abili e diversamente abili (definizione ipocrita del cavolo!), questa parità, a dire il vero, non esiste. Non solo, ma la società, in fondo, ama la perfezione, sebbene non lo dica mai con la dovuta franchezza.
La bellezza e la perfezione sono armoniose, piacevoli da vedere; danno senso di pace, serenità e trasmettono buon umore; al contrario, la bruttezza, l'imperfezione, il difetto fisico disturbano vista, mente e cuore, agitano gli animi, eccitano i nervi in modo negativo. Vai a raccontarlo a chi è, o chi si sente brutto e quindi non ben accolto dalla comunità umana e convincilo del contrario!

Ricchezza e povertà:
I ricchi esistono, i poveri pure e, specie in quest'ultimo periodo di crisi economica, i secondi hanno abbondantemente superato i primi. Ora, se si tolgono gli Indiani i quali, per motivi religiosi e culturali del loro Paese, credono di essere nati poveri a causa del Kharma e si rassegnano a vivere un ciclo della loro vita in mezzo alla strada e alla sporcizia, i secondi, cioè i poveri, si rassegnano molto meno e ambiscono spesso a mettersi in pari con i primi compiendo, dunque, atti maldestri poiché non digeriscono bene l'idea di affrontare sacrifici dovuti alla mancanza di mezzi per vivere. Ultimamente però, è diventato difficile anche delinquere nel furto in quanto le vittime hanno cominciato a reagire con le armi - se e quando le hanno - e a farsi giustizia da sole, visto che la giustizia ufficiale fa cilecca. Non si riesce più nemmeno a rubare e ciò potrebbe generare rabbia se non si sa in che altro modo arrivare a fine mese.

Femminicidi:
(termine orrendo che ha il sapore sgradevole di selvatico e umiliante per il genere femminile). Un uomo uccide una donna perché questa lo ha rifiutato. Più che alla società, la colpa andrebbe scaricata sulla famiglia che ha educato quest'uomo all'eterno "sì"  a tutto, o non lo ha informato che esiste anche la parolina, purtroppo spiacevole, del "no". Una situazione economica, eventualmente disagiata, potrebbe fare da detonatore ad una miccia sempre accesa e "l'uomo che non deve chiedere mai" sopprime la donna per aver pronunciato quel maledetto monosillabo, anche per momentanea mancanza di mezzi per sopravvivere.
In aggiunta, sfortunatamente, alcuni esemplari del genere femminile si dimostrano non abbastanza forti da opporsi e reagire per primi per paura o, peggio ancora, con la mai riposta speranza - che io definirei pia illusione - di cambiare la natura del loro partner.

Infanticidi:
Che dire di questo tipo di azioni? Una donna uccide il proprio figlio, forse l'atto di violenza più deprecabile e deplorevole che esista. Apparentemente non giustificabile in alcun modo.

Ma in questi esempi esiste un comune denominatore che si chiama: esasperazione, ovvero: il raggiungimento e il superamento di un livello di sopportazione di un certo stato, che non permette più di accettare oltre il rifiuto oggettivo della propria condizione negativa da parte degli altri, o la costante sensazione del sentirsi rifiutati dal nostro prossimo, di non sentirsi compresi e/o, come ho detto prima, l'incapacità o l'impossibilità di modificare questa situazione. C'è chi impiega molto tempo ad arrivarci e c'è chi, invece, ci arriva presto ma, attenzione ! I primi sono i più pericolosi poiché accumulano quantitativi di stress che poi esplode in modalità pliniana, ossia, ad effetto Vesuvio, con conseguenze catastrofiche che forniscono la spiegazione alle famose...inspiegabili stragi!

Spesso ci sentiamo dire, o ci sorprendiamo a dire a chi vediamo che è giunto al limite della tolleranza: porta pazienza, ma chi ce lo dice, o a chi lo diciamo, non è nei nostri panni, e/o noi non siamo nei loro. E su questo punto bisognerebbe riflettere bene e a lungo. 

Nel mio post precedente, - quello dedicato alla psicologia e agli psicologi, - ho accennato al dover avere, da parte di questa categoria di professionisti, la capacità di entrare nella testa dei loro assistiti per comprendere veramente e pienamente i loro disagi, capacità che comporterebbe il non essere del tutto "normali" per poterlo fare.
Non tutti sono - o siamo - in possesso di questa abilità, ma sarebbe sufficiente una briciola di immaginazione e intuizione per capire quando uno sta per dire: basta!
Ebbene: quel nostro simile non è cattivo. E' soltanto stufo di sentirsi dire: non ci piaci, o non ci piace ciò che fai, obiettivamente, o solo per partito preso, perché non rientra nei canoni del buon costume e del vivere civile.

Voglio chiarire però che, con questa mia considerazione, non intendo certo difendere i "cattivi", né giustificare i loro atti, ad ogni modo non esemplari, ma invitare chi leggerà - se vorrà - a non essere troppo superficiale nel giudicarli, e a pensare, anche solo per pochi istanti, che dietro al loro comportamento c'è una qualche ragione; c'è comunque, e sempre, un motivo che li conduce e li induce a muoversi negativamente nella vita e nel mondo. Niente è del tutto casuale.

Amen.

venerdì 22 agosto 2014

GLI ALIENI E LA MENTE UMANA







Nel panorama della narrativa mondiale di questi ultimi 20 anni e passa, è uscito un romanzo - che è poi stato trasposto magistralmente in uno dei migliori film del genere thriller mai visti al cinema, vincitore di 5 oscar, evento raro per una pellicola di color giallo - intitolato IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI, partorito dalla fantasia razionale - bell'ossimoro - di Thomas Harris, nel quale l'autore narra di un serial killer che rapisce ragazze, le seppellisce in un pozzo e le lascia morire d'inedia per poi ucciderle. Perché lo fa? Non si sa bene e non si conoscono bene i meccanismi della sua psiche malata ma una bella e prossima agente dell'F.B.I., Clarice Sterling, interpretata benissimo nel film da Jodie Foster, viene messa alla prova dall'Ufficio Investigativo proprio per scoprire l'identità dell'assassino e cercare di ca(r)pire quei  segreti efferati meccanismi. La bella Clarice ci riuscirà solo dopo aver chiesto aiuto ad Hannibal Lecter, psichiatra, neppure lui tanto normale, ma forse per questo in grado di comprendere cosa passa per la testa dell'omicida.
Cos' ha di anormale Hannibal Lecter? (interpretato da un grande Anthony Hopkins) E' diventato quasi cannibale. Prende a morsi la gente, pare cibarsi di carne umana, che a volte cucina personalmente trasformando il tutto in pietanze prelibate e raffinate, presentate anche in modo elegante, ma la sua aberrazione mentale, di sicuro scaturita e maturata dall'aver frequentato  e curato per anni individui gravemente disturbati, gli permette di entrare nel mondo oscuro e terribile di quelle menti alterate ed alienate e capire alla perfezione il perché dei loro atteggiamenti, comportamenti e delle eventuali deviazioni psichiche che spingono i suoi "clienti" a compiere questi gravi e talvolta rivoltanti delitti. Sia nel romanzo che nel film, nelle gole delle vittime vengono trovati (altre scene dure da digerire!) i bozzoli di una farfalla, emblema di un cambiamento di stato che sta verificandosi nel killer. Infatti, il killer è anche affetto da una crisi d'identità, soprattutto sessuale, che lo spinge a convertirsi da uomo a donna. Non vado oltre con la storia per non rovinare il prosieguo.
Perché ho parlato di questo film e del romanzo da cui è tratto?
Perché quest'opera dovrebbe essere letta, vista e considerata una sorta di bibbia specialmente per la categoria degli psicologi, in particolare quelli italiani, che sembrano invece molto legati e limitati nel seguire la letteratura - che comunque serve per aver un'idea della casistica in materia - piuttosto che i pazienti dei quali, in fondo, conoscono poco e paiono non voler scendere troppo in profondità nel voler capire cosa li disorienta. E' vero che Il Silenzio degli Innocenti è incentrato nella psichiatria, ma lo psichiatra è conseguentemente e necessariamente anche uno psicologo, dunque, uno specialista in menti disturbate che hanno bisogno di essere comprese. Attenzione! Comprese; non per forza curate. Alcuni individui, non del tutto normali, infatti, non chiedono di essere curati o redenti, affermando di vivere benissimo nelle loro "diversità cerebrali" ma solo capiti e capire con maggior esattezza cosa li affligge e perché.  Per il resto, stanno bene dove e come sono.
Uno psicanalista - di cui ora non ricordo il nome - dichiarò, tempo fa che la cura e la eventuale conseguente guarigione di un disagiato psicologico servivano più alla collettività che al disagiato in quanto garanzia del mantenimento dell'ordine nella società.
In altre parole, povere e semplici, il bravo psicologo dovrebbe essere lui stesso un pò "schizzato", almeno quanto basta per saper davvero accedere all'archivio disordinato del cervello del suo paziente. Non è facile ammetterlo ma è così.
Chi sono gli alieni in questo caso?

Più o meno tutti i personaggi da me citati in questo post, una categoria, senza dubbio, fuori dagli schemi e interessante.